Avvenire di Calabria

Oggi la Chiesa universale festeggia i Santi Pietro e Paolo: una memoria liturgica che per Reggio Calabria assume un valore particolare

Reggio Calabria festeggia San Paolo, fondatore della sua Chiesa

Fu, infatti, l'Apostolo delle Genti a fondare la Chiesa reggina come viene narrato dagli Atti degli Apostoli: da lì iniziò la storia ecclesiale sullo Stretto

di Autori Vari

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Oggi la Chiesa universale festeggia i Santi Pietro e Paolo: una memoria liturgica che per Reggio Calabria assume un valore particolare. Fu, infatti, l'Apostolo delle Genti a fondare la Chiesa reggina come viene narrato dagli Atti degli Apostoli: da lì iniziò la storia ecclesiale sullo Stretto.

San Paolo a Reggio Calabria, le radici della diocesi raccontate dagli Atti degli Apostoli

di Antonino Denisi - «Costeggiando (la Sicilia) approdammo a Reghion». Su questo emistichio della storia delle Chiese paoline al capitolo 28 degli Atti degli Apostoli, si racconta la sosta dell’apostolo delle Genti sulle sponde calabre dello Stretto, nella primavera del ‘61. L’approdo è avvenuto alla “Rada dei Giunchi”, nella falce di mare antistante la città, che in quei giorni festeggiava Artemide sotto la denominazione di “Diana Fascelide”. La nave doveva, forse, fare rifornimento di acqua o necessitava di pece aspromontana per calafatare qualche falla. Perciò la sosta fu di poche ore. Ma Paolo non era un turista a cui bastava respirare l’aria dell’istmo o ascoltare il racconto delle favole di Scilla e Cariddi, o lasciarsi ammaliare dal canto delle Sirene.


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L’ininterrotta tradizione, tramanda questo “avvento” con grata memoria, attorno ai seguenti elementi: sbarco dalla nave e predicazione ai reggini riuniti per venerare le divinità cui erano molto devoti; conversione di alcuni abitanti conquistati dall’annunzio dell’Evangelo ma molto più colpiti dal mirum della colonna che prende fuoco, designazione di Stefano da Nicea quale primo vescovo.

L’apostolato ed il martirio di Stefano si intrecciano con l’ansia apostolica di Paolo, come voci di un solenne corale, la cui eco giunge ancora dalle arcate dei secoli. Quanto alla vicenda di santo Stefano, potrebbe essere stato inviato successivamente, anche perché egli non figura tra coloro che accompagnavano l’apostolo.

A questa tradizione bisogna ricondurre gli edifici intitolati ai martiri Paolo e Stefano in ambito cittadino. La prima chiesa di Paolo sorgeva in località prossima alla Rada dei Giunchi. In essa veniva da subito esposta alla venerazione la colonna del miracolo.


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Su questo filone si colloca la celebrazione liturgica dell’adventus dell’apostolo a Reggio il 21 maggio. Quanto al magistero ecclesiastico basti citare la Bolla di Giovanni Paolo II del 6 marzo 1980 con cui san Paolo viene proclamato patrono principale della diocesi, mentre san Stefano passa a patrono secondario: «La Chiesa di Reggio ripete la sua origine dell’arrivo dell’Apostolo Paolo, per cui essa ha sempre venerato con particolare culto e costante memoria lo stesso Apostolo».

Gli abitanti della città della Fata Morgana, hanno colto nella sua predicazione un saggio della logica soprannaturale della sapienza cristiana; hanno sentito vibrare la potenza dell’Evangelo della Croce; hanno avvertito il profumo e la forza della sua santità e la bellezza della sua scarna eloquenza risplendere nella comune lingua della koinè ellenistica.


PER APPROFONDIRE: L’eredità cristiana di San Paolo e il valore della memoria a Reggio Calabria


La tela inedita

Un’inedita tela raffigurante la predicazione di Paolo di Tarso sulla riva dello Stretto è custodita nei locali della chiesa di san Paolo alla Rotonda a Reggio Calabria. In pochi la conoscono. Questo dipinto è firmato Rinaldo Nardi e datato 1891. La biografia di Rinaldo Nardi da Thiene (1858 – 1908) è tracciata in Giovanni Marcianò “Pellaro 1903 … e il mistero di un pittore fantasma a Reggio Calabria”, edito nel 2019 per i tipi di Iiriti editore.

L’artista vicentino ha operato a Reggio Calabria già dal 1884. È autore di altre opere a carattere religioso, nonché di ritratti di personaggi illustri della città, tra cui quello del cardinale Portanova custodito nell’episcopio di Reggio. Nella ricorrenza della festività di san Paolo ho voluto tracciare brevemente l’ultimo periodo della vita del santo tra il 63 e 66 d.C., in quanto l’icona lasciata da Rinaldo Nardi offre l’occasione per riparlare di lui approdato in riva allo Stretto. Si vedono nell’opera del pittore i Peloritani.

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