Avvenire di Calabria

Il recente Rapporto Osservasalute evidenzia l'aumento della mobilità sanitaria dal Sud verso il Nord Italia

Sanità, un quarto dei calabresi si cura fuori regione: Calabria terza in Italia per mobilità passiva

Il 25,75% dei residenti si sposta in altre regioni per ricevere cure mediche

di Redazione Web

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La Calabria è tra le regioni italiane con il più alto tasso di mobilità sanitaria passiva. Il 25,75% dei residenti si sposta in altre regioni per ricevere cure mediche, un dato che la colloca al terzo posto dopo Molise e Basilicata. A rivelarlo è il Rapporto Osservasalute 2023, che analizza lo stato di salute e la qualità dell'assistenza nelle regioni italiane.

La mobilità sanitaria: il 25,75% dei calabresi si cura fuori regione

La Calabria è la terza regione italiana per mobilità sanitaria passiva, con un 25,75% dei residenti che si sposta in altre regioni per ricevere cure mediche. La precedono solo il Molise con il 39,37% e la Basilicata con il 35,99%, confermando un trend che riguarda in particolare il Sud Italia.



Il dato emerge dal Rapporto Osservasalute 2023, presentato a Roma, che ha analizzato lo stato di salute e la qualità dell’assistenza sanitaria nelle diverse regioni italiane. Nel documento si sottolinea come, tra il 2017 e il 2022, la mobilità passiva interregionale sia aumentata a livello nazionale, passando dall’11,13% del 2019 all’11,26% del 2022.


PER APPROFONDIRE: Sanità, in Calabria il 7,3% delle famiglie ha rinunciato alle cure


Tale fenomeno, secondo il rapporto, colpisce in maniera più rilevante le regioni del Meridione, dove la tendenza dei pazienti a spostarsi per cure sanitarie è più alta rispetto al Nord e al Centro Italia. Questo elemento, si precisa, rappresenta un onere economico significativo per le casse regionali, già gravate da bilanci sanitari difficili.

Dati a confronto: il Sud Italia guida la fuga sanitaria

Il rapporto offre un confronto chiaro sulla propensione alla fuga sanitaria tra le diverse macroaree italiane. Nel 2019, l’indice di fuga sanitaria era: Sud: 14,48%, Centro: 10,19% e Nord: 9,00%. Nel 2022, i dati mostrano un lieve calo solo nel Meridione: Sud: 14,23%, Centro: 10,78% e Nord: 9,25%.

Questi dati dimostrano come la mobilità passiva sia più elevata al Sud e, nonostante il leggero calo rispetto al 2019, l'indice di fuga rimane più alto rispetto al Centro e al Nord. La tendenza dei pazienti a spostarsi verso altre regioni si conferma quindi come una costante per il Sud Italia.

Spesa sanitaria pubblica: aumenti generalizzati nel 2022

Oltre all’analisi della mobilità sanitaria, il Rapporto Osservasalute 2023 prende in esame la spesa sanitaria pubblica pro capite, che nel 2022 ha registrato un aumento in tutte le regioni italiane, inclusa la Calabria. Solo nella Provincia autonoma di Trento l’aumento è stato inferiore al 3%, mentre le regioni con l’incremento più significativo sono la Basilicata (+3,7%) e il Molise (+3,6%).

Anche la Calabria ha registrato un aumento della spesa sanitaria, in linea con il trend nazionale. Questo aumento, tuttavia, non ha inciso in modo sostanziale sulla propensione alla fuga dei pazienti calabresi, che continuano a preferire cure fuori regione.

Disavanzo e avanzo di bilancio: Calabria tra le sei regioni in equilibrio

Una notizia positiva per la Regione Calabria è il dato relativo al disavanzo sanitario. Secondo il rapporto, la Calabria è tra le sei regioni italiane che hanno registrato un avanzo di bilancio. Le altre regioni in equilibrio sono: Lombardia, Veneto, Umbria, Marche e Campania.

Per la Calabria, l’avanzo pro capite è di 76 euro. Tuttavia, il rapporto evidenzia che questo risultato non è dovuto a un miglioramento nella gestione delle risorse, ma ai ritardi nell’impiego dei finanziamenti ricevuti. Di fatto, la Regione Calabria non ha speso interamente i fondi destinati alla sanità, accumulando un "risparmio" che non è stato reinvestito in tempo utile.

Un problema strutturale che pesa sulla sanità calabrese

La mobilità sanitaria passiva della Calabria rappresenta uno dei nodi più complessi per la gestione sanitaria regionale. Il fatto che un calabrese su quattro si rechi fuori regione per curarsi pone una duplice questione: l'efficacia delle strutture sanitarie locali. La fuga evidenzia una carenza di fiducia dei cittadini nelle strutture sanitarie calabresi, percepite come non all’altezza per garantire cure adeguate e il costo per la Regione. Ogni paziente che si sposta per ricevere cure in un'altra regione comporta un costo aggiuntivo per la Calabria, che deve trasferire parte delle risorse finanziarie alle regioni ospitanti.



L'aumento della spesa sanitaria pubblica e la presenza di un avanzo pro capite di 76 euro dovrebbero, in teoria, rappresentare elementi positivi per la Calabria. Tuttavia, il rapporto evidenzia che la situazione finanziaria regionale non è così rosea, poiché l’avanzo è legato a ritardi nell’impiego dei fondi e non a un'efficace programmazione.

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