A Reggio gli Stati Generali dell’Informazione e della Comunicazione
Un momento di confronto con la preziosa testimonianza del Vescovo di Mileto monsignor Attilio Nostro
Dopo la sospensione delle lezioni scolastiche la flemma estiva è pronta a spazzare via in un lampo la routine invernale dei nostri adolescenti. Saltano i consueti orari della giornata, a cominciare dalla sveglia del mattino, che tende progressivamente a coincidere con l’ora del pranzo. Ai genitori occorreranno nervi saldi e determinazione per riuscire a invertire il ritmo sonnolento e pigro dei propri figli e tentare di dare un senso alle prossime torride giornate.
In effetti tra giugno e settembre i ragazzi trascorrono tre mesi: un periodo troppo lungo per essere sprecato nella totale inattività!
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Per qualcuno dei nostri ragazzi ci saranno magari carenze da recuperare, quindi lo studio è previsto, in forma individuale o attraverso corsi di recupero. Certo tutti dovranno resistere agli assalti “a sciame” dei compagni di svago; alla riscossa di smartphone, tv e videogiochi; alle tentazioni della spiaggia, del parco e della piscina; alle gite in bicicletta o in motorino. Insomma la gestione del tempo estivo dei ragazzi si trasformerà per genitori e nonni in un’impresa ai confini dell’eroismo.
Sarà il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera, quella sottile venatura di angoscia che funesterà i momenti di apparente spensieratezza, al largo di un magnifico mare o in alta quota. Qualcuno afferma che ormai si tratti di compiti “anacronistici” e privi di efficacia pedagogica e didattica.
Il dibattito è aperto, ma allora al posto dei compiti occorrerebbe trovare dei metodi alternativi per rendere fruttuoso questo tempo di pausa, per preservarlo dalle “sbornie” digitali (o di altro tipo) e favorire la necessaria maturazione dei nostri adolescenti. Ben vengano, quindi, corsi estivi in cui si possa socializzare, oltre che imparare. Molte sono, tra l’altro, le scuole che aprono le sedi anche d’estate per consentire agli studenti di partecipare a laboratori di ampliamento dell’offerta formativa.
Ben vengano anche i “lavoretti” veri e propri, riservati ai più volenterosi e audaci, a cominciare dalle opportunità offerte dai centri estivi, dove gli adolescenti possono fare da tutor ai bambini più piccoli e sperimentare il difficile “mestiere” dell’educatore, o dagli impieghi stagionali sulle riviere, o nelle città particolarmente affollate di turisti. Si tratta di opportunità che favoriscono l’acquisizione di nuove competenze e permettono di mettere in campo le proprie potenzialità, uscendo dal personale recinto.
Ben vengano tutte quelle attività che permettono di lavorare sulla più grave carenza di questa generazione: l’autonomia (pratica e di pensiero). Assegniamo ai nostri ragazzi piccoli incarichi, o semplicemente chiediamo loro di accompagnarci a fare la spesa, coinvolgendoli nella scelta dei prodotti e anche nella definizione del budget a disposizione.
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Soprattutto di questo hanno bisogno i nostri giovani: confrontarsi con la realtà! Insomma, l’estate deve essere il tempo della crescita e delle scoperte: evitiamo che diventi il tempo del “nulla”!
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