Avvenire di Calabria

Progetti internazionali, apprendistato e nuovi indirizzi per dare ai diplomati opportunità concrete in Calabria e oltre: dallo stretto un modello di istruzione 5.0

Formazione e opportunità: «Così contrastiamo l’emigrazione dei giovani talenti e favoriamo l’occupazione»

Anna Maria Cama, dirigente del Polo “Righi-Boccioni-Fermi” di Reggio Calabria, spiega come la scuola possa diventare un ponte verso il lavoro, valorizzando il territorio

di Francesco Chindemi

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Un’istruzione moderna e orientata al mercato del lavoro: a Reggio Calabria il modello di "Scuola 5.0" per contrastare l'emigrazione dei giovani talenti e favorire l'occupazione.

Scuola e occupazione, da Reggio Calabria un modello 5.0 per il territorio

«La scuola può contribuire a contrastare l’emigrazione dei cervelli». Anna Maria Cama, dirigente del Polo Tecnico Professionale “Righi-Boccioni-Fermi” di Reggio Calabria, spiega come. La realtà che guida è un esempio: «Offre una formazione integrata con il mondo del lavoro, con numerosi indirizzi altamente qualificati che uniscono tradizione a innovazione».

Dirigente, come questi indirizzi possono favorire l’occupazione?

Si tratta di indirizzi con una loro tradizione e una loro storia, ma che orientiamo in una direzione che oserei definire 5.0. È fondamentale, in un polo tecnico-professionale come il nostro, intercettare le esigenze del territorio, comprendere le necessità delle aziende e individuare i settori che offrono sviluppo e prospettive occupazionali. Oltre il 40% dei nostri diplomati ha trovato lavoro subito dopo il diploma, soprattutto nei trasporti, nelle ferrovie e nel settore sanitario.



Non vogliamo solo formare ragazzi che restino qui, ma che abbiano la possibilità di scegliere se restare nella propria regione, lavorare altrove o tornare dopo un’esperienza fuori. Puntiamo su una formazione completa. Gli studenti devono avere una solida base in italiano, inglese e STEM, oltre a una preparazione mirata nelle discipline di indirizzo. Abbiamo attivato progetti Erasmus e collaborazioni con scuole europee. I nostri studenti hanno avuto esperienze formative in cinque diversi Paesi, mentre studenti stranieri sono stati ospitati qui a Reggio Calabria. Presto alcuni ragazzi del nostro Polo vivranno un'esperienza di un mese a Rodi, 45 partiranno per Lubiana, altri andranno a Malta e a Cipro. Vogliamo dare la possibilità ai nostri ragazzi di confrontarsi con altre realtà e superare la percezione di una Calabria periferica.

Quali settori possono diventare strategici per l’occupazione in Calabria?

Tutti i settori possono esserlo se valorizzati. Nel meccanico, nella manutenzione e nell’assistenza tecnica, stiamo sperimentando il percorso “4+2”, collegando scuola, ITS Academy e università. L’agrario si sviluppa verso la sostenibilità e il biologico con tecnologie come i droni per l’analisi del suolo. Nell’ottico e nell’odontotecnico siamo sede di esami di abilitazione, permettendo ai diplomati di entrare subito nel mercato del lavoro.


PER APPROFONDIRE: Giovani, ritrovare il sogno: così le passioni diventano opportunità di lavoro


È importante cogliere le opportunità lavorative che emergono, ad esempio, dalla cantieristica e dalle opere infrastrutturali, come il ponte sullo Stretto, indipendentemente dalle discussioni sulla sua realizzazione. Se questo progetto dovesse generare occupazione, dovremmo essere pronti a formare personale qualificato.

Quali strumenti concreti la scuola può offrire per migliorare la formazione?

Abbiamo acquistato, grazie ai fondi del PNRR, simulatori di ultima generazione: un simulatore di saldature, un simulatore di impianti elettrici, e presto attiveremo un percorso per il conseguimento del patentino di saldatore, un titolo costoso che offriremo gratuitamente ai nostri studenti. Per noi è essenziale che abbiano il diploma, ma anche che possano acquisire ulteriori qualifiche direttamente a scuola.

Il laboratorio scientifico

Il nostro Polo, questa è l'assoluta novità, ha attivato un apprendistato di primo livello con un’azienda leader nelle costruzioni. Gli studenti vengono selezionati dall’azienda e lavorano con un contratto regolato che si conclude con il diploma. Non è un semplice Pcto (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ndr), ma un vero contratto di lavoro che permette agli studenti di acquisire esperienza retribuita già durante il percorso scolastico. L’azienda partecipa alla selezione degli studenti e li forma direttamente, con la prospettiva di assumerli dopo il diploma. L’interesse è reciproco: le aziende beneficiano di agevolazioni fiscali e formano giovani lavoratori già specializzati nelle loro necessità produttive. Per gli studenti, invece, è un’opportunità concreta di entrare nel mondo del lavoro con un percorso ben strutturato. Tra le altre iniziative, significativa è “Noi per Voi”, realizzata con Ordine dei Medici e Federottica. I nostri studenti costruiscono lenti e apparecchi ortodontici per bambini bisognosi. Un progetto che coniuga formazione e solidarietà e che è diventato modello per altre scuole italiane.

Cosa servirebbe per far sì che i giovani restino o tornino in Calabria?

Le aziende calabresi hanno bisogno di manodopera qualificata, ma manca un sistema efficace per incrociare domanda e offerta di lavoro. Noi formiamo professionisti, ma è necessario che il merito venga riconosciuto e valorizzato. Spesso i ragazzi si trovano delusi quando vedono che il loro talento non viene premiato. Ecco perché dico che la scuola deve essere etica, sostenibile e inclusiva. Ma anche la società deve esserlo. I giovani non vogliono lasciare la Calabria e la Calabria non deve abbandonare i giovani.

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