Avvenire di Calabria

Una misura di prevenzione per beni da 350 milioni di euro

Sequestrato l’impero eolico degli Arena

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Beni per un valore di circa 350 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria - Gico di catanzaro, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Crotone, su richiesta della Procura distrettuale di Catanzaro, che ha interessato, tra l’altro, il parco eolico denominato “Wind farm” di Isola di Capo Rizzuto, considerato fra i più grandi d’europa per estensione e potenza erogata. Destinatario della misura ablativa è Pasquale Arena, nipote del vecchio capo clan Nicola Arena (attualmente detenuto in regime di 41 bis) nonché fratello del boss Carmine Arena, ucciso a colpi di bazooka in un agguato mafioso nell’ottobre del 2004.

Il provvedimento scaturisce da un a precedente attività investigativa, condotta sempre dal la Guardia di Finanza di Catanzaro, diretta ad accertare l’ingerenza della locale criminalità organizzata nell’operazione economico - finanziaria relativa alla realizzazione del parco eolico di Isola di Capo Rizzuto. Le investigazioni condotte dalle Fiamme gialle avevano consentito di ricondurre il suddetto investimento alla sfera economico - patrimoniale della “cosca Arena” di  Isola di Capo Rizzuto e di dimostrare come Pasquale Arena, funzionario del predetto comune, in qualità di gestore occulto degli affari della cosca, ne aveva curato gli interessi economici rappresentandone la longa manus.

Nel dettaglio, Pasquale Arena, attraverso un articolato sistema basato su una fitta rete di società estere (con sede in Germania, Svizzera e Repubblica di San Marino) detentrici formali delle quote sociali di tre società. Tuttavia, nell’ambito della citata indagine penale, il predetto patrimonio, rappresentato dalle società utilizzate per l’operazione finanziaria e dai relativi complessi aziendali, tra cui il parco eolico, dopo un preliminare sequestro preventivo, veniva successivamente restituito a seguito di alcuni ricorsi proposti dai formali intestatari dei beni. Le successive indagini economico - patrimoniali effettuate a completamento dell’intera attività in base alla speciale normativa di prevenzione hanno consentito agli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di ricostruire l’ingente patrimonio oggetto del predetto investimento e di ricondurne la titolarità alla famiglia Arena.

Articoli Correlati