Avvenire di Calabria

Servizio civile in Caritas, i giovani raccontano: «stiamo scoprendo la bellezza della diversità e l’importanza dell’unità»

di Redazione Web

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Ad ospitare quest’anno, dal 10 al 13 ottobre, il corso di metà servizio per i giovani volontari del Servizio Civile Universale, è stata la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Accompagnati, come da consuetudine, dai formatori, tutte le nove diocesi - che hanno aderito al progetto Caritas, “Just listen”- hanno avuto modo di sperimentare, ascoltare, conoscere meglio se stessi e soprattutto, verificare in che modo è stato finora svolto il servizio, quale impatto ha avuto sui volontari e le persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto.


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I giovani hanno svolto attività preparate appositamente per loro, specificamente calibrate affinché ognuno potesse attivare in sé un attimo di autocritica per comprendersi e migliorarsi, imparando a gestire al meglio le relazioni interpersonali.

A differenza del corso di inizio servizio, la formazione non si è svolta solo in loco - presso l’hotel “Arcobaleno” di Taureana di Palmi- ma è stata anche itinerante. I giovani volontari hanno avuto modo di apprendere come la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi si mobilita per rispondere ai bisogni della comunità. Il punto di partenza è stata la sede Caritas Diocesana, situata al Centro di Gioia Tauro, in un Bene Confiscato alla Mafia che funge da promozione e coordinamento di tutte le attività e i servizi attivati per i bisogni delle famiglie in difficoltà. Si è proseguito poi con l’Emporio: servizio pensato innanzitutto per diminuire lo spreco di alimenti ma anche per attivare le persone in difficoltà ad essere consapevoli delle loro vere necessità, gestendo un budget individuale e annuale, con l’obiettivo di far apprender loro l’importanza del senso di responsabilità ed indipendenza.

È proprio questo il filo conduttore che unisce queste realtà a quelle che rimangono collocate più nella periferia, ma che sono indispensabili per il sistema di rete Caritas. Infatti, presso il comune di San Ferdinando, sorge l’Istituto Religioso delle Suore della Carità. A seguito del violento terremoto che ha colpito le nostre terre calabre, nel 1909 le suore hanno ricevuto in dono dai marchesi i territori su cui oggi sorgono le loro strutture. Le religiose hanno infatti avuto l’incarico e l’onore di prendersi cura di diversi bambini orfani. Oltre che preoccuparsi di garantire loro l’alloggio e i viveri, si sono prese cura della loro istruzione e hanno portato avanti quest’opera finché è stato necessario.


PER APPROFONDIRE: Giovani e Servizio civile Caritas, mettersi in gioco per dar voce agli “invisibili”


Col tempo, infatti, i bisogni del territorio sono cambiati, e ad oggi le suore della congregazione confermano la loro devozione alla carità con opere di accoglienza, mensa e istruzione, al fine di restituire ad ogni persona dignità e rispetto. Tutto ciò viene fatto senza nessun tipo di discriminazione o selezione: possono recarsi presso la struttura tutti coloro che ne hanno necessità. A farlo, soprattutto in questo periodo storico, sono gli immigrati che riescono a giungere nel nostro paese.

È questa una delle emergenze a cui è stata prestata molta attenzione, grazie alla visita fatta alla Tendopoli di San Ferdinando, luogo in cui i giovani hanno avuto modo di conoscere in prima persona le precarie condizioni igienico-sanitarie e al limite del disumano in cui quelle povere vite sono attualmente relegate.

A contornare questa già indecente situazione, c’è il disinteresse, la repulsione, l’omertà di gran parte della comunità che non si degna di voler agire per il bene e l’integrazione di queste persone, esseri umani.

È importante però sapere che esistono fiori all’occhiello anche in questi contesti che sembrano privarci di ogni speranza; è bello sapere che la Caritas Diocesana di Oppido/Palmi fa del proprio meglio affinché possa essere punto di riferimento e porto sicuro per tutti, anche per quelle persone che sembrano non raggiungere mai terra ferma.

Proprio per questo motivo, la formazione a cui hanno partecipato i 32 giovani, e l’incontro serale con S.E. Mons. Milito, è stata indispensabile per interiorizzare l’importanza di essere uniti, di essere attivamente partecipi a ciò che accade attorno a noi, osservando bene ogni dettaglio. Si è rivelato illuminante conoscere le prospettive altrui, la collaborazione affinché si possa raggiungere la meta sapendo di aver fatto del proprio meglio. Ed è stato prezioso sapere che, nonostante ci fossero molteplici punti di vista, i sentimenti di paura e ansia erano comuni a tutti i giovani volontari.

Ognuno di loro temeva infatti di non essere all’altezza dell’incarico, di non riuscire a svolgere bene il servizio o di risolvere problemi. Per quanto diversi, la volontà di “far bene del bene” era la luce che aveva acceso in loro il desiderio di voler intraprendere questa esperienza di servizio civile.

Possiamo dire con orgoglio che questa formazione sia stata una conferma di partecipazione e di interesse attivo dei giovani che si sono dimostrati determinati a continuare ad agire per il miglioramento dei luoghi di accoglienza, delle modalità di approccio e dell’impegno a voler lasciare un segno di amore tangibile alla comunità calabrese.

Giovani in Servizio Civile – Caritas Diocesana
Reggio Calabria - Bova

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