Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, consegnate le chiavi del cantiere
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Il 13 marzo è una data speciale per Simone Chiovaro. Il giovane reggino 24 enne, affetto da distrofia di Duchenne, ha conseguito la laurea in architettura ottenendo la votazione di 110 e lode. Relatori i professori Martino Milardi e Nadia Mammone, il neo dottore in architettura ha discusso la seguente tesi: “Nuova percezione dell’abitare, progettazione accessibile per la fruibilità quotidiana”.
Si tratta di un progetto innovativo, tra i pochi del genere, che nasce dall’esperienza personale, ma che ha come ambizione aiutare tutte le persone che hanno gravi difficoltà deambulatorie e fisiche, aiutandole ad acquisire maggiori autonomia nei propri spazi di vita o di lavoro. La proclamazione è stata accompagnata dal lungo applauso dell’aula magna del dipartimento di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
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In particolare, il presidente della Commissione di laurea, la professoressa Consuelo Nava, si è complimentata per il progetto presentato, esprimendo apprezzamento per l’intuizione di Simone Chiovaro. «Questa laurea, conseguita tra l’altro entro i tempi previsti, è una lezione di vita per tutti noi, aprendo ad una nuova prospettiva sulle fragilità», ha affermato Nava, nel ribadire come davvero «la fragilità, possa rendere l’uomo più forte e coraggioso». Un aspetto di cui andare fieri.
È uno tra i primi importanti traguardi della sua vita raggiunti. Simone Chiovaro, da neo dottore in architettura, continua a godersi questo momento insieme a familiari e amici come ogni altro giovane della sua età, appena laureato con il massimo dei voti e la lode.
La notizia ha però oltrepassato i muri dell’aula magna del dipartimento di architettura dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, non fosse altro per il forte messaggio che Simone ha voluto lanciare, già a partire dal tema scelto per la sua tesi: un innovativo progetto di case intelligenti, “amiche” delle persone disabili. «Ho pensato, innanzitutto, a tutte le persone che vivono nella stessa mia condizione e dei miei fratelli, Daniele ed Emanuele Valerio».
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Guarda qui il racconto di Simone e le testimonianze dei fratelli e di mamma Loredana
Simone in tenera età, così come i suoi fratelli a cui è molto legato, è stato colpito da distrofia muscolare di Duchenne. Nonostante difficoltà e ostacoli di varia natura spesso incontrati nel suo percorso di vita, non si è dato per vinto. Anzi, questa sua condizione lo ha portato a maturare, anche grazie all’apporto della famiglia, un sentimento di forte vocazione e dedizione ai bisogni del prossimo.
«Con la mia tesi - aggiunge - non solo ho voluto realizzare qualcosa di utile per chi vive il fardello della disabilità, ma ho voluto anche dimostrare che nulla è impossibile. Importante è portare avanti i propri sogni e le proprie ambizioni, qualunque essa sia la tua condizione fisica».
Gli occhi di Simone sono grandi e vivaci, così come quelli dei suoi amati fratelli Daniele ed Emanuele. Già esempi di tenacia e voglia di fare in casa sono proprio loro. Il primo, il maggiore dei tre, è un affermato artista, autore di apprezzati dipinti realizzati reggendo il pennello con la bocca. Il secondo, il più piccolo, è un promettente artista musicale.
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Ha già realizzato diversi brani e presto uscirà un altro progetto che porta la sua firma. In mezzo c’è, quindi, Simone che il 13 marzo scorso ha concretizzato uno dei suoi tanti sogni. Intanto il più grande fin qui realizzato: diventare architetto. Ma guarda ben oltre il titolo e la pergamena che non vede l’ora di esporre in bella mostra nella sua cameretta, ricca di cimeli: come le costruzioni lego realizzate quando era piccolo, che già lasciavano intravedere quale fosse la sua ambizione.
Oltre a realizzare il progetto di casa intelligente «in cui un disabile con grave impedimento fisico può muoversi in autonomia», il passo successivo per Simone è iniziare la sua carriera professionale proprio nel campo dell’architettura e della progettazione, attraverso l’impiego di tecnologie innovative «capaci di aiutare chi è in difficoltà».
Nelle parole del neo dottore in Architettura ricorre speso la parola «altri». Un desiderio e una voglia di dedicarsi al prossimo che, spera, possa concretizzarsi anche in un lavoro di ricerca, in ambito accademico e non solo, che lo veda affiancare tanti altri giovani di questa terra e infondere loro la stessa voglia di fare e di non abbattersi di fronte al primo ostacolo.
«Chiunque può e deve seguire la propria strada, indipendentemente dalla condizione in cui si trova», evidenzia ancora Simone Chiovaro. «L’importante, aggiunge, è non cedere e non abbattersi mai e spero che tanti seguano proprio il mio esempio, perché a nessuno è impedito realizzarsi».
«La famiglia, soprattutto quanto ci si trova di fronte casi di disabilità, aggiunge, deve fare la propria parte, dando la prima spinta senza alcuna paura. Il resto - conclude Simone - siamo noi a doverlo realizzare, non per forza studiando. Importante è darsi degli obiettivi».
«Tutti per uno, uno per tutti», come i tre moschettieri. È la prima cosa che viene in mente guardano al legame che c’è tra Simone e i suoi fratelli Daniele ed Emanuele Valerio. Accomunati tutti e tre dalla stessa patologia, hanno fatto della loro condizione un vero e proprio punto di forza, dimostrando che i limiti possono essere trasformati in vera e propria risorsa.
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La reazione avuta al brillante risultato di Simone è l’ulteriore riprova di questo rapporto. «Non posso che essere orgoglioso, è stato davvero un fenomeno. Ha dimostrato come seguire le proprie passioni ti possa rendere autonomo, nonostante la nostra condizione», dice Daniele da buon fratello maggiore. Emanuele, invece, ha già pronto il regalo di laurea: «Faremo insieme una crociera, accompagnati dagli assistenti educatrici, ma senza genitori». «Simone, aggiunge, ci ha resi fieri tutti perché ci ha insegnato come coraggio e fede aiutino a superare le difficoltà».
Orgoglio di papà Giuseppe e mamma Loredana: «Tre figli così ti insegnano davvero che l’amore per la vita vince su tutto», dice Loredana. «Non sottovalutare il tuo potenziale, mostra che sai sognare, ciò che speri oggi un domani puoi creare...esistono i miracoli», dice l’ultimo brano rap (“Oltre”) di Emanuele. Più miracolo di questo!
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