
Una firma che vale carità speranza e accoglienza
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Sinodo, torna l'appuntamento con la lectio diocesana a Reggio Calabria: oggi, mercoledì 1 dicembre, alle 18 in Cattedrale, torna l’appuntamento con l’esegesi sulla vita dei primi cristiani
Dopo aver concluso il primo mese di lavori, il cammino sinodale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova riparte dalla seconda tappa diocesana. L’appuntamento è fissato per questa sera, 1 dicembre, alle 18 presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria. Come stabilito dall’arcivescovo Morrone, sarà ancora padre Sergio Sala a spezzare la Parola, in particolare il gesuita rifletterà sul secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dal versetto 42 al versetto 47. Il tema, quindi, sarà la prima comunità cristiana.
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«Torniamo alle origini - ha spiegato Morrone in una recente intervista per proiettarci al nostro presente». E con questo spirito che è da intendersi questo secondo momento di esegesi che sarà vissuto in Cattedrale, il quarto comunitario. Fino a oggi, infatti, il Sinodo in riva allo Stretto ha conosciuto tre appuntamenti a livello diocesano.
La prima tappa è stata una fase introduttiva, grazie all’assemblea della Chiesa reggina (8 settembre) espressamente dedicata al tema che ha registrato la presenza di monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e componente della presidenza nazionale di Caritas Italia.
In quell’occasione, monsignor Savino ha spiegato come il Sinodo sulla sinodalità imponga un “cambiamento di passo”: «Non possiamo andare avanti con metodi scontati, con ritmi di puro contenimento, con procedure di facile conservazione. È necessario mettersi in ascolto del futuro. Questo per me è il Sinodo, - ha sottolineato il presule bitontino mettersi in ascolto del futuro, partendo dalla realtà che stiamo vivendo, per non cedere ai soliti paradigmi pastorali del “si è fatto sempre così”».
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Dopo il confronto con Savino, si è tenuta la celebrazione di apertura del Sinodo, presieduta lo scorso 17 ottobre da monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra. Nelle parole di Morrone si è carpito il desiderio profondo della Chiesa di farsi prossima. Nell’ascolto, ha detto l’arcivescovo reggino si sviluppa «il cammino sinodale a cui siamo chiamati».
«Un continuo esercitare tra di noi l’autorità vissuta da Gesù, dal basso in alto, che il mondo mondano, presente anche nel nostro cuore, non conosce o rifiuta decisamente. Solo quest’autorità che fonda la sua autorevolezza nell’amore gratuito è generativa, dilata gli spazi, fa posto a tutti, riconosce, accoglie e promuove l’alterità dell’altro, fa crescere (augere) creativamente nella libertà dei figli e delle figlie di Dio.
È l’autorità profetica e ministeriale chiamata e ordinata a custodire e alimentare la comunione tra tutti i membri del Corpo di Cristo, la grande famiglia di Dio» ha sottolineato il presule originario dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina durante la sua omelia dello scorso ottobre.
Dopo la celebrazione iniziale, si è registrata la prima tappa diocesana (alla quale hanno fatto seguito le risonanze parrocchiali, tra i gruppi e coi lontani) basata sulla lectio di padre Sala sul racconto della Pentecoste.
Futuro, ascolto e pluralità. Queste sono le tre parole-chiave consegnate nei passaggi vissuti in Cattedrale (o in diretta streaming sui canali social di Avvenire di Calabria) dai fedeli dell’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova. Il prossimo appuntamento, adesso, è per oggi mercoledì 1 dicembre, alle 18 sempre in Cattedrale o in diretta streaming, per riflettere in modo comunitario sulle prime comunità dei battezzati.
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