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Si è tenuto nei giorni scorsi nel centro Oratorio salesiano dell’area urbana di Corigliano, un incontro dimostrativo e di sensibilizzazione del gioco del torball, attività sportiva a squadre di 3 persone praticato da ciechi, ipovedenti e vedenti, inserito nell’ambito dell’evento “O tutti o nessuno” della diocesi di Rossano - Cariati.
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Un’iniziativa organizzata dall’Ufficio per la pastorale delle persone con disabilità e dall’Ufficio sport e tempo libero della diocesi di Rossano Cariati, con la collaborazione della polisportiva Olimpya e dell’Unione italiana ciechi. «Siamo felici di aver vissuto questa giornata, perché è importante far conoscere questo sport. La nostra realtà con la collaborazione con l’Unione italiana ciechi sta crescendo e ci dà la possibilità di girare l’Italia, ma soprattutto dà la possibilità ai ragazzi ciechi di poter fare sport». Sono state le parole di Kevin Garofalo, allenatore della Olimpya.
Presenti all’appuntamento assieme a don Pino Straface, vicario generale della diocesi di Rossano Cariati, anche il presidente dell’Unione italiana ciechi Franco Motta ed il suo vice Roberto Crocco, don Agostino Stasi, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità, e don Rocco Grillo, direttore dell’ufficio diocesano sport e tempo libero.
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«Siamo grati all’arcidiocesi di Rossano Cariati e alla struttura che ha creato per le persone con disabilità. Grati anche per l'organizzazione di manifestazioni come questa che ci aiutano ad abbattere il pregiudizio che una persona con disabilità non può praticare sport. Questa disciplina annulla la disabilità e realizza l’inclusione». Ha dichiarato Giovanni Bilotti dell’Unione Italiana ciechi, riconoscendo la valenza inclusiva di uno sport, che pur non essendo ancora inserito tra quelli paralimpici, riesce a far giocare in campo squadre in cui la disabilità si annulla e si compete alla pari tra ciechi e vedenti.
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