Avvenire di Calabria

Alla riscoperta di due antichi "conservatori". Intitolati a Sant’Anna e San Gaetano, gli istituti assicurarono formazione umana e istruzione a più generazioni di famiglie del XIX secolo

“La Provvidenza” a Reggio Calabria, storia e aneddoti di un secolo fa

La loro unificazione avvenne, su richiesta del Consiglio comunale, nel 1871. L’isolato che ospita oggi i locali dell’Università per stranieri “Dante Alighieri” era la sede delle opere pie.

di Renato Laganà

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Quando nasce "La Provvidenza" a Reggio Calabria? Bisogna riscoprire due antichi "conservatori". Intitolati a Sant’Anna e San Gaetano, gli istituti assicurarono formazione umana e istruzione a più generazioni di famiglie del XIX secolo.

La loro unificazione avvenne, su richiesta del Consiglio comunale, nel 1871. L’isolato che ospita oggi i locali dell’Università per stranieri “Dante Alighieri” era la sede delle opere pie.

Reggio Calabria, la storia de "La Provvidenza"

L’isolato che ospita oggi la sede dell’Università per stranieri "Dante Alighieri", sino ad alcuni decenni addietro, è stata la sede di un'opera pia che per più di un secolo ha svolto un importante ruolo come «istituto di carità e beneficienza che ha lo scopo di soccorrere le classi meno agiate, prestando loro assistenza, educandole, istruendole o avviandole a qualche professione o mestiere».

L’opera pia “La Provvidenza” aveva riunito in una unica istituzione, ospitata nel complesso edilizio del citato isolato urbano compreso tra le vie Aschenez, Cattolica dei Greci, Torrione e Osanna, due “Conservatori” di origine religiosa, sorti in epoche differenti ma accomunati dagli obiettivi indicati in quelle che nell’Ottocento divennero laici istituti di carità.


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Il più antico dei due era il Conservatorio della presentazione di Sant’Anna, fondato nel 1614, a seguito di lasciti operati da Emanuele Morello e Giuseppe Monsolino, ebbe sede nel palazzo Morello che si affacciava sul largo San Silvestro, sotto il Tocco Piccolo (nel luogo oggi occupato dalla parte inferiore di Palazzo San Giorgio e dalla via Miraglia).

Danneggiato dal terremoto del 1622, venne in seguito riparato con l’aiuto del papa Urbano VIII che nel 1625 concedeva la facoltà «quedam legata dotalia monasterio umperverso pro educandis puellis».

Padre Giovanni Fiore, nel volume «Della Calabria Illustrata» (1691), indica che esso doveva curare l’educazione delle fanciulle povere o di «donne oneste di qualunque condizione» e le suore osservavano la regola «che era in vigore a Santa Maria delle Fornaci a Roma».

Esso ricadeva sotto l’amministrazione dell’arcivescovo ed ottenne, negli anni successivi altri lasciti che consentirono di allargare il numero delle assistite.


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L’arcivescovo monsignor Damiano Polou, che attuò interventi di riqualificazione architettonica ed urbana nell’edilizia religiosa del centro cittadino, comprese il Conservatorio tra le opere da restaurare e qualificare e nel 1740 il complesso edilizio, che comprendeva la cappella dedicata a Sant’Anna, venne migliorato «con nobile ed elegante disegno, e tale da renderlo non solo comodo alle abitatrici, ma ancora di ornamento alla città».

Questo intervento consentì all’edificio di resistere meglio ai danni provocati dal terremoto del febbraio 1783 e riprese la sua attività amministrato da una commissione, nominata dall’arcivescovo, composta da due canonici e due sacerdoti.

Il Conservatorio non ebbe a subire, contrariamente agli altri enti ecclesiastici, le conseguenze dalle leggi che portarono alle soppressioni degli ordini religiosi.

La sua attività venne favorita dal consenso governativo testimoniato anche dal lascito finalizzato che il re Ferdinando, in occasione della visita alla città nell’aprile 1833, fece all’arcivescovo monsignor Leone Ciampa per le attività del Conservatorio.

Nell’anno 1855 le suore della Carità di San Vincenzo presero in consegna la gestione del Conservatorio tenendola sino all’anno 1866, anno in cui l’amministrazione degli ordini religiosi venne affidata alle istituzioni pubbliche locali.

L’edificio venne in seguito venduto e successivamente demolito per realizzare, nel 1886, la nuova sede della Banca nazionale. Intanto, nella città di Reggio, trasformata dal nuovo piano urbanistico dell’ingegner Mori e dal fervore della ricostruzione e della rinascita sociale, nel 1825, il sacerdote Tarcisio Tripepi avviava la costituzione del nuovo Conservatorio di Santa Maria delle Grazie e San Gaetano per regolarizzare una iniziativa di Francesco Romeo, «un buono e pio popolano», che, in un edificio adiacente alle antiche mura della città, di fronte all’oratorio dei Filippini, aveva raccolto un gruppo di fanciulle povere che avevano bisogni di essere educate ed istruite.

Dai documenti conservati nell’Archivio diocesano si rileva che nell’anno 1833 il canonico decano Tobia Sirti scriveva all’arcivescovo monsignor Leone Ciampa, per ottenere l’istituzione di una casa «per donzelle povere e bisognose» che venne approvata il 22 aprile 1836.


PER APPROFONDIRE: Fondazione “La Provvidenza”, avamposto contro il disagio giovanile a Reggio Calabria


Il canonico Sirti e il sacerdote Giuseppe Caracciolo fecero cospicue donazioni con l’obiettivo di erigere un monastero di clausura sotto le regole di San Francesco di Sales ma non riuscirono ad avere la consistenza patrimoniale richiesta dal Breve pontificio del 9 aprile 1836.

Nel settembre 1838, l’arcivescovo Pietro De Benedetto avanzava al sindaco della città la proposta di edificare il monastero di Santa Maria delle Grazie situato nella Aschenez, vicino al Castello.

Nel 1855 il Conservatorio venne preso in consegna dalle Suore di Carità che introdussero la possibilità di istruzione ed educazione a pagamento per ragazze. La riunione e trasformazione dei due Conservatori, avvenne, su richiesta del Consiglio comunale, nell’anno 1871 e resa esecutiva nel 18 agosto 1872.

La sede iniziale del Conservatorio di Santa Maria delle Grazie era tuttavia divenuta insufficiente per «raccogliere, educare ed istruire le fanciulle povere del Comune e, a preferenza, le trovatelle ed orfane», alle quali si sostituirono le educande che pagavano una retta.

Nel 1883 la Commissione amministrativa dell’opera pia affidava all’ingegner Angelo Puglisi l’incarico di redigere «un progetto d’arte relativo alla sistemazione dei locali del Monastero di San Gaetano».

L’edificio venne restaurato nel maggio 1905 dall’ingegner Pietro De Nava che, dopo le distruzioni del terremoto del 1908, avrebbe redatto il progetto di ricostruzione che venne portato a termine nel 1931.

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