Avvenire di Calabria

L'impegno della Cei e della Caritas italiana e di Reggio Calabria

Ucraina un anno dopo, si rinnovano preghiera e aiuti

L'auspicio è tuttavia che si possa al più presto raggiungere l'obiettivo principale: la pace e lo stop all'assurdo conflitto

di Redazione Web

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In questi giorni, risuona, ancor più forte di prima, il grido accorato di papa Francesco contro la guerra e per la Pace. Anche in occasione dell’ultima udienza di mercoledì, lanciando un appello «per la fine del conflitto, per raggiungere il cessate il fuoco e avviare negoziati di pace».

Ucraina un anno dopo, il "nuovo" grido del Papa

Ad un anno dello scoppio della guerra in Ucraina (ieri, venerdì 24 febbraio è stato il primo anniversario), «il bilancio di morti e feriti, profughi, sfollati, distruzioni, danni economici e sociali parla da sé – ha detto Francesco - potrà il Signore perdonare tanti crimini e tanta violenza? Egli è il Dio della pace».


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«Restiamo vicini al martoriato popolo ucraino che continua a soffrire e chiediamoci: è stato fatto tutto il possibile per fermare la guerra? Faccio appello - ancora il Papa - a quanti hanno autorità sulle nazioni perché si impegnino concretamente per la fine conflitto, per raggiungere il cessare il fuoco e avviare negoziati di pace. Quella costruita sulle macerie non sarà mai una vera vittoria».

L'invito della Cei: «Preghiamo insieme per la Pace»

Appelli, del Santo Padre, che continuano a scuotere le coscienze, chiedendo un impegno forte a favore della pace. Un grido a far proprio il quale è stata anche la Conferenza episcopale italiana. I vescovi italiani, nel rinnovare il proprio «no deciso», a tutte le forme di violenza e sopraffazione, hanno invitato – proprio in questi giorni in cui si ricorda l’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina – tutte le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera «per invocare il dono della pace nel mondo».

«In Ucraina – si legge in un messaggio diffuso nei giorni scorsi -, così come in tanti (troppi) angoli della terra risuona infatti l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e di sviluppo, causando sofferenza, morte e distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro».

I vescovi italiani, affermano di sentire «come attuale l’appello lanciato sessant’anni fa da san Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris: “Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia” (n. 39).

Quaresima, occasione per riscoprire l'importanza di essere "fratelli tutti"

«Se da una parte è urgente un’azione diplomatica capace di spezzare la sterile logica della contrapposizione, dall’altra tutti i credenti devono sentirsi coinvolti nella costruzione di un mondo pacificato, giusto e solidale. Il tempo di Quaresima – ancora la Cei – ci ricorda il valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci “fratelli tutti”».

Aderendo all’iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), la presidenza della Cei invita, dunque, «a celebrare venerdì 10 marzo una Santa Messa per le vittime della guerra in Ucraina e per la pace in questo Paese».

«Sarà un’occasione – ancora la Cei – per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace. Chiedere la conversione del cuore, affinché si costruisca una rinnovata cultura di pace, sarà il modo in cui porteremo nel mondo quei germogli della Pasqua a cui ci prepariamo».

L'impegno della Caritas Italiana e di Reggio Calabria

Ad un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina che vede ancora oggi milioni di donne, uomini e bambini in uno stato di sofferenza e di bisogni, la Caritas rimane costantemente impegnata con progetti ed iniziative a sostegno di quella martoriata popolazione.

Una grande quota di ucraini (2.519) sono stati accolti nelle diocesi del Sud per la presenza su quei territori di cittadini ucraini già prima dello scoppio della guerra. Importante anche l’impegno a favore dei bambini che ha visto l’accoglienza nel nostro Paese per il periodo estivo di circa 195 minori ucraini.

Anche la Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova dall’inizio del conflitto, in linea con Caritas Italiana, ha promosso numerose iniziative, tra le quali l’attivazione dello sportello “emergenza Ucraina” dove è stato possibile ricevere informazioni ed indicazioni sia per chi vuole accogliere sia per chi è accolto, l’accoglienza di famiglie ucraine in alcune parrocchie, supporti economici attraverso delle card per l’acquisto direttamente di beni di prima necessità, e farmaci e l’accompagnamento attraverso i vari servizi, per favorire l’integrazione.

Come sostenere la popolazione ucraina

Mentre continua la sensibilizzazione e la preghiera per la costruzione della pace, è possibile ancora sostenere ed aderire alla raccolta fondi promossa da Caritas a favore della popolazione ucraina è stato attivato un conto corrente postale (n. 347013).


PER APPROFONDIRE: Papa Francesco in udienza: «Basta sofferenze in Ucraina»


Un aiuto che può avvenire anche con una donazione on-line, o con bonifico bancario (causale “Europa/emergenza Ucraina”) tramite: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119; Banca Intesa San Paolo – Filiale Terzo Settore – Reggio Calabria Arcidiocesi Reggio Calabria/Bova Ufficio Caritas Diocesana IBAN:IT52I030690960610000010 6002 con la causale “Europa/Ucraina”.

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