Il cuore di Archi batte per i fragili, don Antonio Ielo: «Comunità unita nell’amore»
La parrocchia di San Giovanni al centro del quartiere a nord di Reggio Calabria, da
Archi riparte dal campetto di calcio al Cep, centro di edilizia popolare. Una scelta – quella dell'amministrazione comunale – di investire su un luogo di aggregazione naturale a pochi passi dalla parrocchia per un quartiere, quello di Archi, che vuole vivere "la strada" come un habitat di socializzazione positivo. Così il pallone che rotola può dare forma ai sogni di ciascuno con la necessità di condividerli con il proprio "compagno di squadra". Per questo la partita inaugurale del bene sportivo è stata altamente simbolica: da un lato gli amministratori comunali, capitanati dal sindaco Giuseppe Falcomatà (per lui un ottimo passato da terzino tra i dilettanti calabresi), dall'altra i ragazzi del Gruppo Scout di Archi. Uno di fronte all'altro molti coetanei che – in modo diverso – hanno scelto di servire la Città di Reggio Calabria; un territorio di frontiera che, per citare Francesco De Gregori, solo con «coraggio, altruismo e fantasia» può essere vissuto. Così la gara è scivolata tra selfie e sorrisi, dove il vero protagonista è stato il "teatro" di tante battaglie sportive, quel campetto «tra i palazzi in costruzione» del centro di edilizia popolare di Archi. Una partita vera, però, con tanto di direttore di gara e guardalinee: i fischietti della gara erano del Centro Sportivo Italiano, altra presenza attiva sul binomio sport ed educazione, e nata dal cuore della diocesi di Reggio Calabria – Bova. Certo un campo di calcio non sarà la panacea di tutti i mali per la crisi educativa che si registra nei quartieri – cosiddetti – "a rischio" di Reggio Calabria. Ciò che occorre di più è indossare la stessa maglia per le partite più ostiche, su tutte la prevenzione delle forme di disagio giovanile, a partire da un latente drop-out scolastico. Ad Archi c'è un fermento positivo a tal proposito: dall'animazione di strada delle suore Alcantarine all'attività instancabile delle parrocchie, coadiuvate dai fazzolettoni che hanno "adottato" un quartiere che merita l'attenzione e la passione del «cammino condiviso». Vedere un giovane sindaco in maglia amaranto è un bel gesto, ma occorre andare oltre la simbologia. Dagli addetti ai lavori è filtrato l'impegno dell'amministrazione comunale a bandire un call pubblica per la gestione del campetto di calcio di Archi. Partendo da questo occorre fissare dai paletti per una gestione sana, evitando proiezioni "infette", di un bene comune che deve trasformarsi in un presidio educativo.
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