
Tornare all’amore che libera, non che possiede
Nel tempo dei femminicidi e delle relazioni deformate, il richiamo alla differenza tra patriarcato e paternità
Il parlamento alla fine legislatura e forse anche per questo è passata in sordina, ha approvato all’unanimità la legge sugli orfani di femminicidio, la legge n. 4/18 entrata in vigore dal 16 febbraio 2018. Il nostro Paese è il primo in Europa che si è dotato di una normativa con quale si cerca di dare una risposta ad uno dei drammi sociali più virulenti che la nostra comunità abbia mai generato. Sono circa 1700 in Italia i destinatari della legge, un dato in crescita conseguenza dell’aumento degli atti di violenza alle donne.
Soggetti che finalmente possono accampare diritti e godere di alcune indispensabili protezioni economiche, giuridiche, psicologiche. Tra i principali provvedimenti: gratuito patrocinio ai minorenni per tutto il procedimento legale; sequestro conservativo dei beni a garanzia del risarcimento dei danni civili che saranno liquidati a vantaggio dei minori; somma di denaro provvisionale a favore dei figli della vittima; esclusione dell’uxoricida dal diritto alla pensione di reversibilità; rafforzamento di una rete sociale, inclusiva e protettiva a garanzia degli orfani, con aiuto psicologico, sostegno scolastico, assistenza medica e spese farmaceutiche; snellimento delle norme di affido e adozione che garantiscano la continuità degli affetti (agli zii o ai nonni).
Una legge che va conosciuta, applicata ad iniziare dalla nostra regione che si trova al secondo posto in questa triste classifica. Servono atti di recepimento in grado di garantire quella rete di servizi di consulenza, assistenza, e sostegno che la legge prevede e che in una regione come la Calabria, con un welfare debole e frammentato, troverà grande difficoltà a trovare applicazione.
Per questo serve una alleanza tra le istituzioni, i centri anti violenza, gli ordini professionale, il volontariato, per ridurre il più possibile il devastante impatto del trauma subito dagli orfani di femminicidio, iniziando a censire i soggetti colpiti, a conoscere le loro necessità e bisogni, sviluppare accordi innanzitutto tra i servizi sociali e le forze dell'ordine in modo e adottare prassi in grado di dare risposte tempestive e competenti. Il consiglio regionale ha deciso recentemente di dotarsi di un osservatorio regionale sulla violenza di genere, che ho la responsabilità di coordinare e di cui fanno parte esperti e referenti di centri anti violenza che su questo tema lavorano da anni con grande professionalità. Insieme cercheremo di dare un nostro contributo per monitorare il fenomeno e per favorire tutte quelle intese, quelle iniziative politiche e formative, per dare una risposta anche a questa emergenza sociale.
Nei giorni scorsi è stata organizzata su questo tema una iniziativa importante della commissione Pari Opportunità dell'ordine degli avvocati di Catanzaro, la prima che mi risulta in Calabria, di presentazione e di approfondimento della nuova legge. L’auspico è che anche altri soggetti promuovano la conoscenza di questa normativa nei vari territori affinchè non resti sulla carta e abbia una ricaduta positiva e concreta nella nostra regione. Contestualmente anche la Regione Calabria, deve dotarsi di atti di recepimento in grado di dare concreta attuazione a questa importante normativa.
* Coordinatore regionale osservatorio violenza di genere
Nel tempo dei femminicidi e delle relazioni deformate, il richiamo alla differenza tra patriarcato e paternità
L’eurodeputata reggina presenta un’interrogazione alla Commissione UE: «Servono fondi certi e strumenti all’avanguardia per prevenire la violenza sulle donne».
Finanziati tre interventi nazionali per educazione, inclusione e sostegno ai minori.
Tags: FemminicidioWelfare