Avvenire di Calabria

La questione della “malavita” non riguarda solo chi paga o ha pagato il conto più alto in prima persona o in famiglia

Vittime di mafia, oggi il ricordo anche a Reggio Calabria

Serve riflettere per ribaltare tutti i modelli che privilegiano i più furbi o gli ammanicati a vantaggio delle collettività

di Pino Demasi *

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Vittime di mafia, oggi il ricordo anche a Reggio Calabria. La questione della “malavita” non riguarda solo chi paga o ha pagato il conto più alto in prima persona o in famiglia. Serve riflettere per ribaltare tutti i modelli che privilegiano i più furbi o gli ammanicati a vantaggio di una collettività umiliata.

Vittime di mafia, oggi il ricordo anche a Reggio Calabria

Da 27 anni, il primo giorno di primavera si arricchisce di un significato del tutto particolare perché ci riporta alla mente, prima di ogni altra cosa, il nome e il volto delle tante vittime innocenti delle mafie e della criminalità organizzata. Tante storie di uomini, di donne e persino di bambini, diventate ormai sempre più “memoria di comunità”.


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Dal 1996 infatti Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie - ogni 21 marzo, promuove la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie; i loro nomi vengono letti a voce alta, uno ad uno, in tutte le piazze d’Italia ed in una manifestazione nazionale dove confluiscono centinai di familiari. La Giornata, dal 2017 è anche riconosciuta ufficialmente dallo Stato.

Sin dalla prima edizione a Roma, Il 21 marzo non vuole essere un momento occasionale, dalla retorica facile e degli omaggi floreali a buon mercato. Al contrario la giornata viene sempre più vissuta come un grande momento di riflessione e di approfondimento delle questioni relative alle mafie e alla corruzione e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie.

Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate.

Il 21 marzo vuole essere, allora, una giornata di arrivo e di ripartenza per un impegno continuo e continuativo per costruire uniti un Paese “normale”. Non si tratta, infatti, di fare solo “memoria”, ma di continuare a “fare memoriale”. Un “fare memoriale” che non è attesa rassegnata; un “fare memoria-le”, invece, che avverte forte il bisogno di costruire un radicale cambiamento, partendo dalla lotta alle mafie e alla corruzione, chiedendo “verità e giustizia” per le vittime e costruendo democrazia, giustizia sociale, legalità.


PER APPROFONDIRE: I martiri di oggi: uomini in prima linea contro le mafie


La manifestazione nazionale quest’anno si svolgerà a Napoli, una delle città che ha maggiormente pagato un tributo di sangue innocente negli ultimi anni ma anche città capace di rispondere all’emergenza criminale con iniziative sociali di ogni tipo, città generatrice di speranza. La domenica 20 marzo, con il raccoglimento accanto ai familiari delle vittime e la veglia interreligiosa di preghiera. Lunedì 21 marzo , con la lettura dei nomi in piazza e i momenti di approfondimento. Replicando la “formula” adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza, simultaneamente, la giornata sarà vissuta in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina.

Terra mia. Coltura I Cultura. È il tema che accompagna la riflessione della giornata di quest’anno. Terra mia: per prendersi cura della nostra comunità locale e reinterpretare il nostro essere cittadini globale a partire dall’attenzione al contesto nel quale viviamo, alla nostra quotidianità. Coltura I Cultura. La coltura nella terra, la cultura nelle coscienze.

Due parole che si differenziano solo per una vocale, che ci restituiscono la necessità di un lavoro che prosegue in parallelo e tiene insieme l’impegno per il nutrimento della Terra con l’impegno per il nutrimento delle coscienze. È l’ecologia integrale della Laudato si’ che ci viene riproposta al fine di rivedere i rapporti di forza e centralità, ripensare alle forme di sopruso che quotidianamente vengono operate sull’ambiente per soddisfare un modello di consumo che non è più sostenibile, che piega i territori, i lavoratori, che omologa distruggendo le peculiarità locali, che impoverisce.

Sappiamo che alla base della diffusione della cultura e della pratica mafiosa, così come corruttiva, c’è il bisogno, la mancata libertà che consente l’imposizione e l’assoggettamento. Si tratta di un sistema violento che riguarda molti ambiti e che possiamo disarmare, per recuperare sovranità, protagonismo e libertà. Da qui la continuità della giornata nell’ impegnarci per comprendere a fondo tutte le forme di violenza quotidiana che viviamo nei nostri contesti, al fine di costruire risposte sociali capaci di interromperle, capaci di far crescere le radici di una cultura del cambiamento, non più procrastinabile.


* Referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro

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