Avvenire di Calabria

Ogni anno il 21 marzo si celebra la Giornata promossa della rete di Libera, fondata da don Luigi Ciotti

Vittime di mafia, Savino: «Contro i clan, insieme alla memoria serve impegno condiviso»

La dichiarazione del vicepresidente della Cei e vescovo di Cassano Ionio sulla necessità di fare fronte comune

di Redazione Web

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Ogni anno il 21 marzo la rete di Libera, fondata da don Luigi Ciotti, ricorda le vittime innocenti di tutte le mafie. L'occasione per commemorare anche quanti, in Calabria, sono stati strappati via dalla vita terrena per la brutalità della 'ndrangheta. Insieme alla manifestazione pubblica programmata per oggi a Roma, diversi i momenti di riflessione e preghiera anche in Calabria.

Insieme per sconfiggere le mafie

«Ventuno marzo inizio della primavera ormai da anni si celebra la memoria delle vittime delle mafie. Una memoria che non può assolutamente cedere alla retorica o alle parole di circostanze, ma una memoria che deve vederci tutti quanti attivare i processi di vero cambiamento del paradigma culturale rispetto sia alla conoscenza delle mafie, sia all'interpretazione dei poteri mafiosi e sia alla reazione della collettività alle mafie».


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È quanto afferma, in una dichiarazione, il vice presidente della Cei monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio in occasione della giornata della memoria delle vittime di tutte le mafie.

«È l'ora del coraggio, della profezia e del metterci insieme - aggiunge il presule - perché insieme possiamo indubbiamente farcela, se invece anche rispetto al potere mafioso, che è un potere invasivo e pervasivo capace di alleanze al di sopra di ogni sospetto, noi non ci mettiamo insieme rischiamo, a prescindere, di fare un regalo ai poteri mafiosi».


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«Penso - sottolinea ancora monsignor Savino - che il messaggio più bello di questa giornata della memoria delle vittime dei poteri mafiosi sia proprio questo: insieme possiamo farcela, insieme possiamo attivare processi di cambiamento, insieme possiamo reagire perché se prevale la legalità del noi sulla legalità dell'io, se prevale la reazione del noi alle mafie rispetto a quelle dell'io, penso che possiamo indubbiamente andare oltre ogni forma di pessimismo, di catastrofismo e di fatalismo e credere che le mafie si possono senz'altro sconfiggere».

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