Avvenire di Calabria

Solidarietà e volontariato, una componente fondamentale per aumentare il benessere anche in Calabria

Solidarietà, i volontari in Calabria come «sale e lievito» per il territorio

Ne abbiamo parlato con Gianni Romeo e Mariacarla Coscarella rispettivamente presidente e direttrice del Csv Cosenza.

di Davide Imeneo

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Solidarietà e volontariato, una componente fondamentale per aumentare il benessere anche in Calabria. Ne abbiamo parlato con Gianni Romeo e Mariacarla Coscarella rispettivamente presidente e direttrice del Csv Cosenza.

Oggi è la Giornata internazionale della Solidarietà

Il 20 dicembre si celebra la Giornata internazionale della solidarietà umana, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 (con la Ris. 60/209) che identifica la solidarietà come uno dei valori fondamentali e universali che dovrebbero essere alla base delle relazioni tra i popoli.


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La giornata internazionale per la solidarietà umana serve a ricordare a tutti l'importanza della solidarietà per il raggiungimento degli accordi internazionali sullo sviluppo sociale, inclusi i programmi d'azione delle conferenze internazionali e gli accordi multilaterali.

Volontari in Calabria, il punto di Gianni Romeo

Gianni Romeo è il presidente del Csv Cosenza. Abbiamo voluto intervistarlo in occasione della Giornata internazionale della solidarietà umana (20 dicembre) che cade pochi giorni gli eventi conclusivi dell’anno in cui Cosenza è stata la capitale italiana del Volontariato.

Cosa ha significato questo riconoscimento e quali sono i semi piantati nel corso di quest’anno nel contesto sociale cosentino?

Un riconoscimento che deriva dal lavoro e dall’impegno che oltre 1200 associazioni svolgono quotidianamente in tutto il territorio della provincia di Cosenza. Attraverso la loro azione, gli Enti di terzo settore contribuiscono ad esercitare una funzione importante di presidio del territorio. Tutto questo movimento coinvolge circa 28.000 persone come emerge da un’indagine svolta dall’Università della Calabria e che ha dato come esito il libro “Il volontariato che cambia” di cui il Csv si è fatto interprete e portavoce.

Tanti gli eventi svolti, oltre 40, toccando i diversi ambiti e temi cruciali in cui tutto il terzo settore è immerso. Lo scopo è stato quello di restituire l’immagine di una Calabria positiva rispetto ai tanti cliché che spesso vengono utilizzati. Non a caso il clame scelto per tutto l’anno è stato “Volontari protagonisti nelle comunità”, sottolineando la necessità di creare sinergie sia con i privati che con il pubblico.


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La Generazione Z è spesso tacciata di essere disinteressata e apatica. È davvero così? Si fa così fatica a coinvolgere i ragazzi nell’azione di volontariato sul territorio?

I giovani come sempre rappresentano la parte vitale, il presente ed il futuro di una società; come abbiamo visto rispondono alle proposte con interesse se queste, con umiltà e ascolto, sanno toccare le corde del loro cuore e anche dei loro interessi.

Da alcuni anni per esempio, come Csv, abbiamo deciso di intraprendere l’avventura del servizio civile come una sfida da cogliere allo scopo di coinvolgere proprio i giovani, abbiamo iniziato nel 2020 con 270 posti quest’anno sono stati oltre 500 i volontari coinvolti. Il presupposto è quello di svolgere una grande azione educativa e formativa, che coinvolga le stesse associazioni con un investimento non solo sui ragazzi ma anche sulle diverse comunità.

A suo avviso in che modo società civile e Chiesa possono cooperare per far fiorire una solidarietà generativa in Calabria?

Tante realtà sociali, storicamente, sono nate proprio dall’esperienza e dalla Dottrina sociale della Chiesa cercando di contaminare poi tutta la società. È quantomai necessario ritornare a questa originalità e autenticità. Il rischio, oggi, è quello di fermarsi ad un attivismo a volte esasperato quanto sterile perdendo di vista il centro della questione che è e rimane il bene della persona, attraverso la solidarietà, la gratuità, la condivisione.

C’è una storia di volontariato che l’ha colpita nel corso dell’ultimo anno e che vuole citare come “buona prassi” per tutto il contesto calabrese?

La cosa che mi ha colpito di più ultimamente è stata la Giornata nazionale della Colletta Alimentare che svolgiamo ormai da 27 anni. Ma all’interno di questo grande evento mi ha molto impressionato la partecipazione eccezionale di quest’anno di oltre 100 scuole di ogni ordine e grado che hanno voluto prendere parte a questa iniziativa coinvolgendo insegnanti, operatori scolastici, ma soprattutto una marea di ragazzi ecco questo è credo un segno di grande speranza per la nostra terra: essere riusciti ad arrivare al cuore delle nuove generazioni, proprio nel luogo deputato alla loro istruzione e formazione.

Cosenza, capitale nazionale del volontariato: parla la direttrice del Csv Coscarella

Abbiamo parlato con l’anima tecnica del Csv cosentino, Mariacarla Coscarella che è la direttrice che, assieme ai suoi collaboratori, lavora giorno dopo giorno a servizio delle organizzazioni di volontariato: «L’anno di Cosenza Capitale nazionale del volontariato è stato per noi un anno ricco di racconti e di riflessioni comuni. Nel silenzio e con molta discrezione, i volontari operano sui territori, operano tra la gente, operano nelle comunità con il solo fine di portare benessere, aiuto e solidarietà a chi magari spesso si trova in situazioni di svantaggio. È stato un anno bello anche perché molte sono state le associazioni, le reti e in particolare anche reti e associazioni nazionali che hanno scelto Cosenza per svolgere una loro attività».

Aggiunge Coscarella: «Al Csv abbiamo cercato di tracciare delle linee comuni. Per il 2024 e per gli anni che verranno il Centro cercherà di portare avanti insieme alle associazioni questo lavoro in sinergia anche con gli attori del territorio, con le Istituzioni, con la società civile. In particolar modo proveremo a cucire questi legami di solidarietà nelle piccole comunità in cui il volontariato della provincia di Cosenza è presente, quindi noi continueremo ad aiutare questi importantissimi protagonisti delle comunità».

«Il Csv di Cosenza da sempre - spiega Coscarella - cerca e ha sostenuto con percorsi e attività, le reti che le associazioni di volontariato hanno costruito sui territori. Dopo la pandemia, però, c’è stato un po’ un punto di novità, perché siamo stati tutti impegnati a lavorare con delle relazioni cosiddette corte, di prossimità di vicinato. Da allora è un po’ cambiato il lavoro e in questo il CSV di Cosenza continua a portare questa novità all’interno dei territori. Non ci mettiamo più insieme a lavorare su una stessa tematica, ma ci mettiamo insieme a lavorare per un territorio. Quindi anche espressioni diverse, ambiti diversi, esperienze diverse che però trovano un punto di unione su quel territorio che lo guardano, che lo studiano, che sanno il bisogno che c’è, per cui insieme, facendo ciascuno il proprio pezzo si cercano delle risposte più coese e anche più di di impatto».

Parlando dell’imminente futuro del Csv cosentino, Coscarella dice: «Il 2024 sarà per il Csv Cosenza un anno ricco di percorsi e di attività. Abbiamo già approvato il nuovo programma per l’anno 2024. Andremmo sicuramente a potenziare sempre di più quelle che sono le attività della promozione del volontariato e questo lo faremo sicuramente partendo da alcuni percorsi in cui il CSV è capofila. Per cercare di avvicinare sempre di più i cittadini alle pratiche del volontariato, ma la faremo anche sostenendo le varie associazioni che sono sul territorio spingendo in questo genere di percorsi».


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«Non mancherà tuttavia una fetta importante rispetto alla formazione dei volontari, quindi faremo tanta formazione qualificata perché è emerso dalle indagini che stiamo portando avanti che le associazioni che si richiedono dei volontari più preparati, in particolare da un punto di vista amministrativo-fiscale, ma anche sulla progettazione sociale».

«È una stagione molto ricca di bandi, quindi - conclude la direttrice del Csv bruzio - le associazioni devono ancora di più strutturarsi per poter rispondere e per poter lavorare bene con le varie Istituzioni. E poi non mancheranno tutti i supporti che il CSV continua da molti anni a fare per qualificare sempre di più l’azione delle piccole associazioni, in particolare quelle piccole neonate. Quindi daremo tutto il supporto necessario. E infine stiamo lavorando per portare su tutti i territori, in particolare nei paesi periferici, l’avvio degli hub sociali, cioè dei piccoli laboratori di idee e di progettazione per arrivare ad avere su questi territori delle attività più strutturate e che possano così portare delle risposte concrete, ma che non siano delle risposte così spot ma che possano innescare dei processi più strutturati e soprattutto duraturi nel tempo».

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