Avvenire di Calabria

Martedì 18 ottobre celebrato a Rossano l'importante anniversario insieme ai musei diocesani della Calabria

70 anni del Museo del Codex, festa all’insegna della condivisione

Al compleanno del primo museo diocesano istituito in Calabria presente il presidente dell'Associazione Musei Ecclesiastici italiani

di Redazione Web

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Si è svolta martedì 18 ottobre la manifestazione dedicata ai 70 anni dall’istituzione del Museo Diocesano e del Codex, primo museo diocesano istituito in Calabria e secondo in Italia.

Un festa voluta e vissuta nel segno della condivisione, nell’idea di trasmissione del museo come luogo di incontro e segno comunità, azione che da anni caratterizza l’attività museale.


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Per la cerimonia dello sfoglio, infatti, è stata scelta la presenza dei musei diocesani di Calabria, per la prima volta riuniti a Corigliano-Rossano. Coinvolti in una iniziativa a loro dedicata che, proseguirà nel corso dell’intero anno. Ogni mese sarà dedicato alla conoscenza di un museo diverso.

Calabria in festa per i 70 anni del Museo del Codex

Accanto ai direttori, protagonisti dello sfoglio, è stata fortemente voluta la presenza di figure istituzionali legate alla realtà museali. Figure con le quali da tempo si lavora sulla possibilità di costruire rete sia in ambito ecclesiastico che culturale e turistico. Hanno portato il loro saluto: Alessia Alboresi, Assessore alla Cultura Comune di Corigliano-Rossano; Filippo Demma, Direttore Regionale Musei Calabria; Paolo Martino, Direttore Ufficio Regionale Beni Culturali Ecclesiastici della CEC e Giovanni Gardini, Presidente AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani).

A ripercorre le tappe della prestigiosa storia del Museo sono intervenuti, monsignor Luigi Renzo, già Direttore del Museo. Ma anche Antonio Aprelino, Vicedirettore Ufficio Beni Culturali della Diocesi, Cecilia Perri, Vicedirettrice Museo Diocesano e del Codex. Ha introdotto gli interventi don Giuseppe Straface, attuale Direttore del Museo.

La casa del Codex

Nel corso degli interventi è stato sottolineato come il Museo, nato come luogo capace di tutelare e conservare il prezioso Codex e l’immenso patrimonio artistico della Diocesi, abbia saputo nel tempo trasformarsi. Una trasformazione non solo estetica visibile nel nuovo allestimento, ma, grazie alla gestione affidata all’associazione Insieme per Camminare. Fondamentale il rapporto con l’esterno,  il Museo si è aperto al territorio, proponendo e creando rete con i musei della città. Una rete di cui oggi fanno parte il Castello Ducale e il Museo Amarelli. Ma anche altre realtà del settore turistico e imprenditoriale. Della rete, infatti, fanno parte anche l’AcquaPark Odissea2000 e l’Azienda agricola Donato Parisi. Sottolineata, inoltre, la funzione didattica ed educativa del Museo del Codex. L'accoglienza ai visitatori avviene attraverso laboratori didattici, visite guidate, mostre ed eventi.

Numerose sono state anche le azioni avviate a livello nazionale e internazionale. Sono stati stabiliti rapporti con i luoghi nel mondo che conservano gli altri preziosi manoscritti purpurei: Parigi, Vienna, Tirana, San Pietroburgo, Salonicco.

Rilevante è stata l’apertura alla formazione nel contesto europeo, attraverso 4 progetti erasmus ancora attivi e l’accoglienza di oltre 20 tirocinanti provenienti da 18 diversi paesi. Si tratta, inoltre, di uno dei pochi musei ad avere materiale informativo e apparati multimediali in 5 lingue e ad avere partecipato alle più importanti fiere internazionali sul turismo.

Il Museo del Codex "centro" dell'azione pastorale

Il compleanno per i 70 anni del Museo non vuole dunque fermarsi alla ricorrenza del 18 ottobre, ma accompagnare un intero anno. Ci saranno, infatti, altri eventi diversificati fino al 9 ottobre del 2023, data dell’ottavo anno del riconoscimento Unesco del Codex.


PER APPROFONDIRE: Beni ecclesiastici calabresi, Martino: «Un enorme museo da valorizzare»


Il presidente nazionale AMEI Giovanni Gardini nel suo intervento  ha ricordato le parole di Papa Francesco. «Il museo - ha detto - concorre alla buona qualità della vita della gente, creando spazi aperti di relazioni tra le persone, luoghi di vicinanza e occasioni per creare comunità». Concetti  in linea con le conclusioni dell'arcivescovo di Rossano - Cariati, monsignor Maurizio Aloise sul valore dell’azione pastorale del Museo e in sintonia con il cammino sinodale diocesano. 

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