Avvenire di Calabria

Domenica scorsa in Seminario la giornata di formazione rivolta a tutti gli educatori Acr della diocesi Reggio Calabria-Bova

Acr, formazione educatori: l’obiettivo è l’ascolto

Redazione Web

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di Vittoria Gattuso * - Una giornata di festa e di riflessione, domenica scorsa, quella vissuta dall’Ac con la giornata di formazione rivolta a tutti gli educatori Acr della diocesi Reggio Calabria–Bova, al Seminario arcivescovile Pio XI. Il titolo, “Ascolta...a puntino” sottolinea il tema principale: l’ascolto, elemento essenziale nell’educazione e nell’attenzione dei più piccoli. Dopo le lodi mattutine presiedute dell’assistente diocesano di Azione cattolica, don Pasqualino Catanese, e dell’assistente diocesano Acr, don Francesco Marrapodi, I ragazzi dell’equipe diocesana hanno messo su una piccola scenetta che ha sottolineato l’importanza dell’ascolto da parte degli educatori e dei giusti tempi di preparazione. Successivamente il Responsabile nazionale Acr, Luca Marcelli, dopo la visione del cortometraggio “One– man band”, ha fornito agli educatori diversi spunti di riflessione e molti esempi concreti di esperienza associativa in cui ogni educatore ha proiettato se stesso. L’analisi del cortometraggio è avvenuta in tre fasi fondamentali. Innanzitutto, sapere e volere abitare il silenzio. I più piccoli sono pronti ad affidare le loro domande di vita a qualcuno, ma bisogna prestare attenzione perché queste «non sono piccole domande di vita, ma domande di vita di un piccolo». Il silenzio diventa elemento essenziale per l’ascolto di noi stessi, dei più piccoli e della Parola di Dio. L’ascolto per il protagonismo dei più piccoli. Educare all’ascolto significa uscire da sé per mettersi in ascolto dei ragazzi. Decentrarsi significa, dunque, dare il giusto protagonismo ai ragazzi, dare ascolto a quel «desiderio di essere presi sul serio». I piccoli discepoli–missionari. Il compito dell’educatore è quello di scommettere sull’originalità e l’unicità dei ragazzi. Questo cambia il modo di essere educatori perché rende unico il cammino Acr, ma anche perché porta a vedere ai ragazzi come creature «capaci di Dio», perché «l’ascolto vero della loro vita ci spinge a pensare che non esiste uno stato di pienezza, ma una pienezza in ogni stato». Gli educatori hanno avuto modo di confrontarsi nei gruppi di risonanza, dove hanno riflettuto sul proprio servizio, sul loro modo di ascoltare la vita dei ragazzi e sul loro modo di essere ricettori della volontà di Dio. Dopo la Santa Messa, gli educatori hanno condiviso il pranzo insieme. Nel pomeriggio, confronto per gli educatori, i quali hanno fatto esperienza dell’ascolto come senso principale: l’ascolto degli strumenti utili nella vocazione educativa, della realtà e delle relazioni che circondano la vita dei ragazzi, del tempo che il ragazzo sta vivendo. La giornata si è conclusa con un confronto tra Luca e gli educatori Acr, i quali hanno espresso domande, dubbi e riflessioni, consapevoli che non esiste la formula per l’educatore perfetto, ma che l’Ascolto è un elemento essenziale che ci permette di educare e amare.

* Equipe diocesana Acr

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