Avvenire di Calabria

Un frase significativa: «La fine dell’amore». È stata scelta da monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario ordinario militare per l’Italia, per il suo messaggio di Pasqua

«Amare è la fine della guerra», il messaggio di Pasqua dell’ordinario militare

Le parole del presule: «Amare fino alla fine diventa la fine della guerra»

di Redazione Web

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Un frase significativa: «La fine dell’amore». È stata scelta da monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, per il suo messaggio di Pasqua.

«Gesù entra nella Pasqua con queste parole, preludio dell’amore giunto a una svolta: "fino alla fine"», scrive l'ordinari militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò. Nel suo messaggio di Pasqua, il presule reggino evidenzia come nel parlare comune «la fine di un amore» richiami «le relazioni di coppia, il matrimonio, il sacerdozio e la vita consacrata». Come anche «le amicizie o i legami familiari, gli impegni di lavoro o i rapporti sociali».


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«L’amore finisce: e tutto è distrutto – sottolinea monsignor Marcianò -. L’amore finisce: e ciò che era amore, che doveva e poteva essere amore, diventa indifferenza, rivalità, persecuzione, vendetta, odio, violenza… diventa guerra».

Ma la «fine» dell’amore, spiega il presule nel suo messaggio di Pasqua, «ci dice Gesù nei tre giorni della Sua Pasqua è un’altra cosa. La fine dell’amore – prosegue l'ordinario militare d'Italia – è cingersi i fianchi e lavare i piedi; anche quelli di coloro che ci perseguitano, ci condannano, ci abbandonano. È vivere la propria missione, il proprio lavoro, la propria vocazione, come servizio e non come potere. È accorgersi di chi più ci è accanto e non ha i piedi sfiorati da una mano che li pulisca, li accarezzi, li faccia sentire nuovamente capaci di camminare».

La fine dell’amore, dunque, «è salire sulla croce, è abbracciare la croce dei fratelli, è accogliere gli altri e il loro il dolore, soprattutto se piccoli, malati, anziani, stranieri, carcerati, scartati; è prendersi cura delle ferite e sofferenze, guardando la morte come mistero da accogliere e accompagnare».

«La fine - dell’amore ribadisce monsignor Marcianò nel suo messaggio per la Pasqua – è la gioia della risurrezione, della rinascita. È la bellezza di perdonare e sentirsi perdonati, di guarire e sentirsi guariti. È la sorpresa di scoprire l’altro accogliendolo. È la grazia di accogliere la vita, ogni vita, dal suo primo istante al suo naturale tramonto. È la possibilità di riempire di giustizia, fraternità e pace i rapporti sociali, le responsabilità governative, le relazioni internazionali, il servizio prezioso dei militari».


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«Amare fino alla fine, fino a questa fine, – è la conclusione di monsignor Marcianò – è superare la curva più insidiosa, giungere alla stazione di arrivo, varcare la linea del traguardo. È avere il coraggio fare lo sforzo finale, scoprendo che c’è un orizzonte nuovo: la gioia del dono di sé. Così, la fine dell’amore diventa la fine della tristezza e della solitudine, dell’abbandono e della povertà, della fame e dell’ingiustizia… diventa la fine della guerra».

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