Avvenire di Calabria

Sull'uso della cannabis sono crollati tutti i muri: personaggi famosi e influencer non nascondono la propria dipendenza diventando idoli da emulare

La cannabis “sdoganata” e le storie di dipendenza già da adolescenti

L'effetto "collaterale" di questo sdoganamento è un altro crollo: quello dell'età d'ingresso nel mondo degli stupefacenti sempre più bassa

di Redazione Web

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Sull'uso della cannabis sono crollati tutti i muri: personaggi famosi e influencer non nascondono la propria dipendenza senza comprendere i danni sui più giovani. L'effetto "collaterale" di questo sdoganamento è un altro crollo: quello dell'età d'ingresso nel mondo degli stupefacenti sempre più bassa.

Cannabis e adolescenti: nessuno ne parla più

Nessun parla più di droghe e, nel dettaglio, quando si parla di cannabis lo si fa solo per rilanciare presunte novità legislative che vorrebbero legalizzarla per fare un torto alle mafie. La "normalizzazione" della cannabis ha sdoganato modelli emulativi che spopolano specialmente tra i giovanissimi col web (e ancor più il dark web) a velocizzare i processi sub-culturali che ne derivano.


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Serve una presa d’atto – dati alla mano – del fenomeno crescente del consumo di cannabis, soprattutto tra gli adolescenti e i giovani. «L’ormai ventennale diatriba ideologica tra proibizionisti ed antiproibizionisti, che francamente mi sembra sempre più vuota e anacronistica, nel corso degli anni si è lentamente svuotata di significati reali. Le legalizzazione della cannabis (e della coltivazione), o peggio la liberalizzazione, rappresenta infatti solo la punta di un iceberg più radicato e profondo», spiega Luciano Squillaci, presidente nazionale della Fict a Reggio Calabria.


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«La vera questione, - prosegue Squillaci - sottesa e mai sino in fondo dichiarata, è la “normalizzazione” dell’uso di sostanze, in una società sempre più volta alla spersonalizzazione dei problemi in favore di stereotipi materiali che garantiscano il costante aumento di “consumo” di qualsiasi cosa, purché sia in vendita. E così le logiche di mercato soppiantano anche il buon senso, al punto da porre in secondo piano la stessa salute del consumatore».

Quasi un milione di minori italiani fa uso di cannabis

Poi i dati: «Gli ultimi ci raccontano di 700mila studenti tra i 14 ed i 19 anni, che hanno assunto nell’ultimo anno almeno una sostanza psicoattiva, quasi il 30% dell’intera popolazione studentesca. E tra questi, ovviamente, oltre 1/4 usa stabilmente cannabis o cannabinoidi sintetici. E l’età si abbassa sempre di più».

La triste realtà, infatti, racconta Squillaci è che «quotidianamente, nei nostri centri di ascolto in tutta Italia, accogliamo famiglie disperate che chiedono aiuto per figli di 12 e 13 anni. In generale si stima che oltre 4 milioni di italiani facciano uso di sostanze, e di questi oltre 500mila hanno necessità di una presa in carico sanitaria e sociale per problemi connessi all’abuso ed alla dipendenza».


PER APPROFONDIRE: Cannabis, la vera deriva culturale è la normalizzazione


Il fronte legalitario: il Governo italiano in controtendenza rispetto all'Europa?

Punire pesantemente gli spacciatori di droga: non solo per quanto riguarda i grandi quantitativi, ma anche per le piccole dosi. È questo che l'obiettivo che la maggioranza che sostiene il governo Meloni ha intenzione di perseguire, nonostante una retorica che riecheggia dalle parti della sinistra ormai da anni a favore della liberalizzazione della cannabis.

In Parlamento, infatti, arriva una legge firmata da Fratelli d'Italia che è molto chiara da questo punto di vista: inasprire le sanzioni e alzare fino a 5 anni la pena massima per chi è responsabile di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope se il fatto è, per l'appunto, di "lieve entità".

Di tutt'altro tenore è il clima che si respira in Germania, dove il Governo intenzionato a legalizzare l'uso ricreativo della cannabis. I cittadini saranno autorizzati a possedere fino a 25 grammi di marijuana, che potrà essere coltivata e scambiata in centri no profit, ma non potrà essere venduta in coffeeshop sul modello olandese come previsto da un precedente piano.

Berlino ha, però, ridimensionato il suo progetto iniziale in seguito a dei colloqui con la Commissione europea. "La precedente politica sulla cannabis ha fallito. Ora dobbiamo percorrere nuove strade", ha detto il ministro della Salute Karl Lauterbach nell'annunciare la riforma che dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell'anno.

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