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La Carovana della pace farà tappa ad Odessa in Ucraina e ci sarà anche il vescovo Savino, pastore della diocesi di Cassano all'Jonio e vice presidente della Conferenza episcopale italiana. Parteciperà all'iniziativa promossa dalla rete #Stopthewarnow per manifestare la vicinanza e la solidarietà delle Chiese che sono in Italia al popolo ucraino.
Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vice presidente della Cei, parteciperà dal 26 al 29 giugno alla “Carovana della pace” a Odessa, in Ucraina. Il vescovo calabrese esprimerà la vicinanza e la solidarietà delle Chiese che sono in Italia a quanti soffrono per il conflitto in corso. L’iniziativa è promossa dalla rete #Stopthewarnow, che riunisce 175 associazioni, movimenti ed enti impegnati in azioni nonviolente e umanitarie.
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«Dentro le paradossali contraddizioni di una guerra che, in quattro mesi, secondo le fonti delle Nazioni Unite, ha registrato diecimila vittime civili, non possiamo non schierarci dalla parte di tutte le vittime testimoniando la non violenza attiva che è l’opposto dell’indifferenza. Contro la violenza, la sopraffazione, la guerra avvertiamo l’esigenza di essere una interposizione di pace nei luoghi di conflitto», afferma monsignor Savino che alla Carovana della pace di Odessa sarà accompagnato da due operatori di Caritas Italiana.
Ad Odessa sono previsti incontri con i rappresentanti delle istituzioni; ma anche con le associazioni e con famiglie di profughi provenienti da Mykolaiv, Kherson e da altre zone colpite dal conflitto.
Il 29 giugno, sulla via del ritorno, è in programma a Chisinau un incontro con Monsignor Anton Coşa, arcivescovo cattolico della Moldavia. Ci sarà un incontro anche con la Caritas locale.
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La visita sarà, dunque, occasione per consegnare aiuti umanitari. Segno di vicinanza concreta, la visita rappresenterà soprattutto un gesto dal forte valore simbolico ed educativo.
«Senza alcuna strumentalizzazione – sottolinea monsignor Savino – vogliamo testimoniare che la pace è possibile. Dalla guerra, da ogni guerra si esce tutti sconfitti. La guerra non è mai una soluzione».
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