Avvenire di Calabria

L'arcivescovo della diocesi di Catanzaro - Squillace insieme ad altri presuli di tutto il mondo ha partecipato alla concelebrazione eucaristica in San Pietro in Vaticano

Catanzaro, il vescovo Maniago ha ricevuto il pallio dal Papa

Come tradizione, la benedizione del paramento liturgico si è rinnovata in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

di Redazione Web

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Monsignor Maniago ha ricevuto oggi il pallio dal Santo Padre, Papa Francesco. Assieme al presule calabrese, anche altri arcivescovi metropoliti provenienti da tutto il mondo.

Oggi, mercoledì 29 giugno, Festa dei “Santi Apostoli Pietro e Paolo”, l’Arcivescovo di Catanzaro - Squillace, monsignor Claudio Maniago, accompagnato da alcuni sacerdoti, diaconi e fedeli laici appartenenti alle parrocchie, gruppi, movimenti, associazioni e confraternite della Chiesa catanzarese - squillacese, ha partecipato alla Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Papa Francesco, nella Basilica Vaticana di “San Pietro”, durante la quale il Santo Padre ha benedetto i Palli destinati ai nuovi Arcivescovi Metropoliti.

Pallio, simbolo di comunione tra il pastore e il suo gregge

Il Pallio è un paramento liturgico costituito da una striscia di lana bianca, simbolo del Vescovo come buon pastore e, insieme, dell’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, dopo aver accolto la prescritta formula di giuramento, con la quale gli Arcivescovi Metropoliti si sono impegnati a essere fedeli e obbedienti “al beato Pietro apostolo, alla santa apostolica Chiesa di Roma, al Sommo Pontefice, ai suoi legittimi successori”, il Santo Padre ha benedetto i Palli, “scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale”, che saranno imposti dal rappresentante pontificio a tutti gli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno, a ciascuno nella propria Chiesa metropolitana.

L'omelia di papa Francesco

Durante l’omelia il Papa ha ricordato che «il Sinodo che stiamo celebrando ci chiama a diventare una Chiesa che si alza in piedi, non ripiegata su sé stessa, capace di spingere lo sguardo oltre, di uscire dalle proprie prigioni per andare incontro al mondo, con il coraggio di aprire le porte. […] Una Chiesa senza catene e senza muri, in cui ciascuno possa sentirsi accolto e accompagnato, in cui si coltivino l’arte dell’ascolto, del dialogo, della partecipazione, sotto l’unica autorità dello Spirito Santo. Una Chiesa libera e umile, che “si alza in fretta”, che non temporeggia, non accumula ritardi sulle sfide dell’oggi, non si attarda nei recinti sacri, ma si lascia animare dalla passione per l’annuncio del Vangelo e dal desiderio di raggiungere tutti e accogliere TUTTI».


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«Fratelli e sorelle – ha continuato papa Francesco –, oggi, secondo una bella tradizione, ho benedetto i Palli per gli Arcivescovi Metropoliti di recente nomina, molti dei quali partecipano alla nostra celebrazione. In comunione con Pietro, essi sono chiamati ad “alzarsi in fretta”, non dormire, per essere sentinelle vigilanti del gregge e, alzati, “combattere la buona battaglia”, mai da soli, ma con tutto il santo Popolo fedele di Dio. E come buoni pastori devono stare davanti al popolo, in mezzo al popolo e dietro al popolo, ma sempre con il santo popolo fedele di Dio, perché loro sono parte del santo popolo fedele di Dio».

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