Avvenire di Calabria

Papa Bergoglio è ben consapevole che «è difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare

Chiesa, nessun «tabù»: confrontarsi sul sesso è indispensabile

Fortunato Di Noto *

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Amore e sessualità, per la Chiesa è un tabù? È illuminate e – se può essere una testimonianza – anch’io sono stato educato da una Madre, la Chiesa, che ha pensato a proteggermi e a indicarmi un percorso diverso da quello descritto nelle pieghe e piaghe del relativismo sessuale e mercificatorio. Non è una questione di parte, ma a dispetto di coloro che pensano che la Chiesa ha i suoi tabù sulla educazione sessuale e l’amore concludiamo con alcune considerazioni illuminanti di Papa Francesco che affronta con chiarezza nell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia offrendo alcuni consigli per una “corretta” educazione sessuale. Il dono non è un regalo è la caratteristica fondamentale della dimensione umana.

Bergoglio è ben consapevole che «è difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità. Allora si potrebbe intenderla solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato».

Papa Francesco pone anche un altro paletto preciso: «L’informazione deve arrivare nel momento appropriato e in un modo adatto alla fase che vivono. Non serve riempirli di dati senza lo sviluppo di un senso critico davanti a una invasione di proposte, davanti alla pornografia senza controllo e al sovraccarico di stimoli che possono mutilare la sessualità».

Papa Francesco illumina questo rispetto nel pudore del corpo: «ad un’educazione sessuale che custodisca un sano pudore ha un valore immenso, anche se oggi alcuni ritengono che sia una cosa di altri tempi. È una difesa naturale della persona che protegge la propria interiorità ed evita di trasformarsi in un puro oggetto. Senza il pudore, denuncia Francesco, possiamo ridurre l’affetto e la sessualità a ossessioni che ci concentrano solo sulla genitalità». Non essere posseduti e ossessionati dal sesso “preservativo e anticoncezionale” È una questione delicata, lo sappiamo, ma anche su questo offre una lettura e una proposta: «Frequentemente l’educazione sessuale si concentra sull’invito a “proteggersi”, cercando un “sesso sicuro”. Queste espressioni trasmettono un atteggiamento negativo verso la naturale finalità procreativa della sessualità, come se un eventuale figlio fosse un nemico dal quale doversi proteggere. Così si promuove l’aggressività narcisistica invece dell’accoglienza». Sesso fine a se stesso senza rispetto e apertura alla vita.

Accettare il proprio corpo e la differenza sessuale, non è un peso ma un dono per donarlo.

Una “corretta” educazione sessuale riguarda l’accettazione del proprio corpo. Fuori dagli schemi di un perfezionismo e bellezza sterile. «Al di là delle comprensibili difficoltà che ognuno possa vivere – dice Francesco – occorre aiutare ad accettare il proprio corpo così come è stato creato, perché, citando l’enciclica Laudato sii, “una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere se stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé”». L’educazione sessuale, quindi, «deve aiutare ad accettare il proprio corpo, in modo che la persona non pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».

Il Papa parla anche di superamento di alcune “rigidità”. «Il maschile e il femminile non sono qualcosa di rigido. Perciò è possibile, ad esempio, che il modo di essere maschile del marito possa adattarsi con flessibilità alla condizione lavorativa della moglie. farsi carico di compiti domestici o di alcuni aspetti della crescita dei figli non lo rendono meno maschile, né significano un fallimento, un cedimento o una vergogna. Bisogna aiutare i bambini ad accettare come normali questi sani “interscambi”, che non tolgono alcuna dignità alla figura paterna».



* sacerdote presidente Associazione Meter

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