Avvenire di Calabria

L’arcivescovo Nolè: «Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo cambiare la nostra vita»

Chiuso il sesto centenario della nascita di San Francesco

Un anno intenso, ricco di spiritualità

Redazione Web

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«L’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano S. E. Mons. Caracciolo Pirri fu il primo cronista di Francesco di Paola che conosceva personalmente. Oggi, dopo secoli, si ripete la storia e l’Arcivescovo Mons. Francesco Nolè, è cronista dei figli, dell’Ordine e della Famiglia di San Francesco di Paola». Queste le parole del Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi Padre Francesco Marinelli, con le quali si chiude l’anno dedicato alle Celebrazioni del VI Centenario dalla nascita di San Francesco di Paola alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Politiche tra le quali il Presidente della Commissione Bilancio della Regione Calabria on. Giuseppe Aieta, il Sindaco della Città di Paola Avv. Basilio Ferrari, il Direttore della Sede Regionale della RAI Ing. Demetrio Crucitti, il Consigliere del Comune di Paola Maria Pia Serranò. Presenti tutti i rappresentanti dei Conventi di San Francesco di Paola e della Parrocchie dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano che hanno partecipato alla cerimonia religiosa. Un anno intenso, pieno di vita e spiritualità cristiana che giorno dopo giorno ha reso nuovamente centrale nella Memoria del Popolo cristiano, l’opera di San Francesco da Paola i cui prodigi, in gioia e ispirazioni ad una vita retta e onesta, non sono mancati per coloro i quali hanno preso parte attivamente alle attività di questo anno davvero speciale, governato in loco con estrema saggezza dal Correttore Provinciale Padre Gregorio Colatorti. Il Padre Arcivescovo Francesco Nolè ha richiamato l’attenzione sulla «religione fai da te, cioè una religione che non è religione ma solo obbedienza personale. La Religione di Cristo invece vi chiede come fece San Francesco digiuno, penitenza, preghiera ». «Oggi – ha continuato l’Arcivescovo Nolè – serve ad essere padroni del nostro corpo, di essere capaci di far guidare la nostra vita dal nostro Spirito; dobbiamo essere capaci di essere sotto l’obbedienza dello Spirito. Solo in tal mondo, come Francesco, potremo discernere il bene dal male e riconoscere le insidie del diavolo che molto spesso si insinua nella nostra esistenza sotto mentite spoglie per svuotare tutto ciò che il Signore ha creato e dato all’uomo per la vita».

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