Avvenire di Calabria

Diocesi: card. Betori (amm. ap. Firenze), “il binomio di bellezza e carità mi sembra l’identità più vera di questa città”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


A Firenze “l’impatto del turismo sulla città sta diventando pressante”, ma “non penso che dobbiamo contingentare chi viene a visitarci: perché privare qualcuno della bellezza a vantaggio di qualcuno che magari ha più soldi, con un balzello?”. Lo ha affermato questa mattina il card. Giuseppe Betori, incontrando i giornalisti in vista del suo saluto alla Chiesa fiorentina in programma domenica, con la celebrazione eucaristica che presiederà alle 17 in cattedrale. “Preparatevi – ha annunciato, scherzando – non sarà un’omelia breve, sforerò gli 8 minuti chiesti da Papa Francesco. Ma ho tante cose da dire”.
Per il porporato, “non siamo ancora riusciti a individuare una modalità con cui presentare l’anima di Firenze, e non solo il volto esteriore che si riduce a selfie, a palazzi da ammirare, a dipinti da contemplare: ma l’anima di tutto questo. Quando andiamo al dunque ciascun dipinto ha una funzione, una missione, un contenuto”. Per Betori è dunque necessario “ridare il contenuto alla forma di Firenze: non vale solo per l’arte sacra, questa credo sia la missione futura di Firenze. I turisti non li potrai mai cacciar via, anche se li dovessi selezionare torneranno qui: ma se non sappiamo chi siamo, perché noi abbiamo fatto quelle opere, e non sappiamo dirlo agli altri, che ci stiamo a fare qui? Non siamo nell’operosa Torino, o Milano, con le loro fabbriche, noi siamo qui, la nostra realtà è fatta di questo”.
Il cardinale ha tracciato anche un bilancio dei sedici anni alla guida della diocesi fiorentina. “Quando sono stato ordinato vescovo – ha raccontato – era finalizzato alla Cei, di cui ero stato nominato segretario generale. Per la vita della Cei ero ben preparato, avevo già fatto esperienza. Al momento della nomina a Firenze invece ero preoccupato, non lo nascondo. Fare il vescovo a Firenze non ti può lasciare indifferente”. Al suo arrivo, nel 2008, il pensiero era corso soprattutto alla cultura fiorentina, da custodire e tenere viva. Ma poi ha scoperto che nella tradizione della città non c’è solo l’arte: “Mi sono trovato di fronte a una storia di carità e a una vitalità nelle opere caritative che mi ha stupito. Per questo ho insistito molto su questo binomio di bellezza e carità che mi sembra l’identità più vera di questa città”. Temi – il legame tra bellezza, carità, verità – che Betori sottolineò accogliendo a Firenze Papa Francesco e la Chiesa italiana per il Convegno ecclesiale nazionale, nel 2015.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: