Diocesi: Termoli-Larino, aperto l’ottobre missionario
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È stato un dibattitto molto partecipato, presso la sala conferenze ex Municipio di San Salvatore Telesino, quello sul tema dell’autonomia differenziata delle regioni a Statuto ordinario, intitolato “Regioni e autonomia. Dalla riforma del 2001 alla proposta di oggi”. Nel corso dell’iniziativa, lanciata dalla Scuola di impegno socio-politico della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro e dall’Azione cattolica diocesana, s’è svolto un dialogo prima a due, tra il direttore della Scuola, don Matteo Prodi, e uno dei promotori del Comitato referendario e coordinatore del “Laboratorio per la Felicità pubblica” di Benevento, Ettore Rossi, e poi tra i relatori, gli amministratori comunali del territorio e i cittadini intervenuti.
Don Matteo Prodi, nell’introduzione e premessa, ha analizzato a fondo l’aspetto storico ed economico dell’enorme divario che intercorre tra il nord e il sud del Paese, che ha preso una decisa accelerata nel periodo fascista quando, con Mussolini, si puntò nel nord Italia all’industrializzazione tra dirigismo statale e protezionismo eccessivi (ai danni della spesa pubblica) e nel sud Italia all’assalto ai latifondi agricoli. Questa direzione segnò uno spartiacque netto sugli indirizzi che si volevano dare e sulla piega che si stava prendendo. La questione della gloria e del declino, sfociato in crisi, della Cassa del Mezzogiorno, infine, conclusasi con la chiusura della stessa nel 1984, ha acuito definitivamente un distacco che già appariva chiaro ed evidente. Altro excursus, che arricchiva ed aiutava le riflessioni sul tema, lo ha fornito l’altro relatore, Ettore Rossi, che ha descritto l’aspetto squisitamente politico della vicenda. Il dialogo, successivamente svolto, ha mirato al cuore degli aspetti salienti della legge sull’autonomia differenziata e delle sue origini più remote. Le tante persone presenti hanno manifestato grande interesse e volontà di capire più approfonditamente le conseguenze che potrà avere questa legge sulla vita delle regioni italiane. “Sul tema del nodo del gap del sud rispetto al nord – ha evidenziato Prodi – bisognava indubbiamente porre rimedio da tempo, legiferare per tempo e intervenire in maniera equanime ed equilibrata per porre rimedio ad un vulnus esistente. La domanda da porsi è: con quest’intervento attuale sull’autonomia differenziata, la vita delle persone peggiorerà o migliorerà? È questo che dovremmo sempre chiederci per farci un’opinione sulle proposte di legge. A tutti dovrebbe essere consentito di vivere la stessa, giusta, qualità di vita. L’equità, infatti, non va fatta tanto tra le regioni, ma va promossa tra le persone”.
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