
Quando il cibo diventa un’ossessione: segnali, prevenzione e come uscirne
Dall’adolescenza all’età adulta, i disturbi dell’alimentazione sono in costante aumento, colpendo un numero sempre maggiore
Oggi è la Giornata mondiale dell'Alimentazione: un tempo di riflessione sulle urgenze che riguardano i più fragili. Tra loro ci sono certamente molti bambini che stanno affrontando, in modo anticipato, le difficoltà dei disturbi alimentari.
La giornata mondiale dell'alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l'anniversario della data di fondazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, comunemente conosciuta come FAO.
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«L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare nessuno indietro». Questo lo slogan di quest'anno.
Oggi 2,4 miliardi di persone vivono in paesi soggetti a stress idrico. Molti sono piccoli agricoltori già in difficoltà a soddisfare le loro necessità quotidiane, in particolare donne, popolazioni indigene, migranti e rifugiati: si fa sempre più aspra la competizione per l’accesso a questa inestimabile risorsa e la scarsità di risorse idriche diventa sempre più causa di conflitti armati.
Circa 600 milioni di persone dipendono, almeno in parte, da sistemi alimentari acquatici e sono esposte agli effetti dell’inquinamento, del degrado degli ecosistemi, delle pratiche non sostenibili e del cambiamento climatico.
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C'è, però, un'altra urgenza da affrontare. Anche in Italia. Stiamo parlando dei disturbi alimentari tra i bambini.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno generalmente un esordio in età adolescenziale, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad una comparsa precoce dei tipici sintomi, già durante l’infanzia e la prima adolescenza, sia rispetto ai disturbi dell'alimentazione poi diagnosticati in età adulta, sia rispetto ai disturbi della nutrizione specifici di quell’età.
Purtroppo già all’età di 8 anni vengono rilevate problematiche legate all’anoressia e alla bulimia, insieme ad altri disordini alimentari più difficili da individuare, come l’alimentazione selettiva o la disfagia (difficoltà a deglutire).
Il ruolo dei genitori è dunque fondamentale nel fare attenzione a tutti quei segnali di rischio che spesso si tende a sottovalutare, soprattutto nelle bambine e ne bambini, in quanto più l’inizio della malattia è precoce, più le conseguenze sono gravi e compromettono in maniera seria la salute psico-fisica.
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Le cause che possiamo far ricondurre alla comparsa di un disturbo dell'alimentazione in età evolutiva non convergono in un’unica direzione. L’origine è spesso dovuta a: caratteristiche innate del bambina/o aspetti relazionali, stress psicosociali, difficoltà di regolazione emotiva. Quindi esiste un mix di fattori combinati nel determinare la comparsa di un DCA durante l’infanzia.Tuttavia, tra i fattori più rilevanti troviamo:
I fattori predisponenti: indicano una vulnerabilità personale che può essere determinata da una dimensione: genetica (ad esempio il temperamento del bambino), ambientale (interazione disfunzionale bambino-caregiver), psicologica (insoddisfazione corporea, bassa autostima), ecc.
I fattori precipitanti: determinano l’esplosione del disturbo in quei bambini che presentano una predisposizione di questo tipo e possono comprendere: eventi traumatici, lutti, malattie, conflitti familiari, ecc.
I fattori di mantenimento: favoriscono la persistenza del disturbo attraverso un circolo vizioso in cui le conseguenze fisiche e psicologiche del disturbo, col passare del tempo, permettono lo stabilizzarsi di stati emotivi depressivi, ansiosi, d’insoddisfazione che, a loro volta, innescano comportamenti disfunzionali (come un’ulteriore restrizione del regime alimentare) con il fine di migliorare la propria autostima.
Gestire la rabbia anche a tavola limitando quanto più possibile le “battaglie” per il controllo del cibo e i conflitti relativi l’alimentazione in famiglia.
Evitare metodi coercitivi, lotte di potere o ricatti: “se mangi questo ti compro il gioco”.
Il bambino osserva e impara dal suo ambiente, motivo per cui è importante proporre a tavola un’alimentazione variegata ed equilibrata.
Fornire comunque dei limiti chiari e non negoziabili nel caso vi siano spiluccamenti da parte del bambino (picky eating).
È importante ricordare che si raccomanda la richiesta di aiuto specialistico il prima possibile, soprattutto qualora il genitore osservi comportamenti alimentari non adatti all’età dei figli. Infatti più tempestivo è l’intervento, migliore è la prognosi, consentendo così di evitare possibili complicazioni.
Dall’adolescenza all’età adulta, i disturbi dell’alimentazione sono in costante aumento, colpendo un numero sempre maggiore
La psicoterapeuta esperta della problematica ci spiega quali sono i segnali d’allarme non sottovalutare soprattutto tra i più giovani.
Ci saranno anche alcune realtà del territorio reggino alla vetrina internazionale del food in programma dal 26 al 30 settembre
Tags: Alimentazione