Avvenire di Calabria

Disturbi alimentari, un problema crescente: dall’adolescenza all’età adulta, sempre più persone colpite

Quando il cibo diventa un’ossessione: segnali, prevenzione e come uscirne

Ne abbiamo paralto con Giovanna Grillo, presidente della cooperativa sociale Casa Emmaus e responsabile del centro riabilitativo nazionale Lo Specchio

di Davide Imeneo

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Dall’adolescenza all’età adulta, i disturbi dell’alimentazione sono in costante aumento, colpendo un numero sempre maggiore di persone. Come riconoscerne i segnali premonitori? Quali sono i percorsi di cura più efficaci? Dall’influenza dei modelli estetici alla prevenzione nelle scuole e nelle comunità, esploriamo questi aspetti nell’intervista che segue.

Disturbi alimentari: capire, prevenire, curare. A confronto con l'esperta Giovanna Grillo

I disturbi alimentari: cosa sono e cosa si affrontano? In occasione della XIV Giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla”, ne abbiamo parlato con Giovanna Grillo, presidente della cooperativa sociale Casa Emmaus, responsabile di un centro riabilitativo nazionale per la cura dei Disturbi alimentari e della nutrizione denominato “Lo Specchio” che si trova a Domusnovas, in Sardegna.

🎙️ È possibile ascoltare la nostra lunga chiacchierata in versione integrale nel podcast Good Morning Calabria. Qui l'episodio 👇

Per cominciare, ci può dare una definizione chiara e semplice di cosa si intenda per “disturbo alimentare”?

Devo dire che la domanda mi ha colpito…chi di noi non si è mai preoccupato del suo peso corporeo, di rientrare in un paio di pantaloni, di mangiare più sano perché magari il medico ci ha trovato nelle vene il colesterolo alto? Cosa ci aiuta a distinguere la normalità da una situazione patologica? Il fatto che la qualità della vita di una persona è profondamente deteriorata dai sintomi di questa patologia. Si instaura una preoccupazione che inficia la qualità della vita perché diventa talmente tanto presente che la persona si dimentica di tutto il resto, cioè delle relazioni, della possibilità di fare delle cose positive per se stessa, ma tutta la sua energia è concentrata negli aspetti alimentari.



I disturbi alimentari insorgono durante l’età adolescenziale prevalentemente tra i 14 e i 25 anni, però l’età dell’esordio si è abbassata molto negli ultimi anni fino ad arrivare anche a vedere i sintomi di queste patologie anche nei bambini di 7-8 anni.

Quali sono i segnali premonitori che genitori, insegnanti o amici dovrebbero cogliere per riconoscere un possibile disturbo alimentare?

È importante prestare attenzione ad una serie di comportamenti e di cambiamenti, che possono essere sia a livello emotivo che a livello fisico. Quando una persona è sofferente questa sofferenza comincia a manifestarsi in diversi aspetti della propria vita, quindi in un cambiamento scolastico, nelle relazioni con gli altri, in un cambiamento dell’umore, nell’isolamento per esempio.


PER APPROFONDIRE: Disturbi alimentari, parla l’esperta: «Ragazzi state attenti alle diete social»


Tutte le volte che noi come genitori osserviamo i nostri figli e ci rendiamo conto che loro manifestano questa sofferenza attraverso questi aspetti, è il momento di prenderci cura di loro e di preoccuparcene, a costo di sembrare genitori ansiosi.

Quali strategie di prevenzione potrebbero essere adottate in contesti educativi, come scuole e oratori, per ridurre l’incidenza dei disturbi alimentari?

È fondamentale parlare di alimentazione sana, non tanto di diete ipercaloriche o ipocaloriche, ma bensì del gusto, del piacere, del cibo anche come condivisione e del cibo sano. Avere un’alimentazione equilibrata non per perdere peso ma per rimanere in equilibrio con tutto quello che la nostra macchina corpo ha bisogno per poter funzionare bene. Questo è molto importante perché si sposta l’attenzione dal cibo come un piacere, al cibo come una necessità perché il nostro cervello, il nostro cuore, i nostri muscoli possano fare bene quello per cui sono nati.

Infine, ci può dare una riflessione o un messaggio di speranza per chi sta lottando contro un disturbo alimentare o per chi teme di non farcela?

È possibile guarire da un disturbo alimentare perché a un certo punto c’è un meccanismo che fa scattare qualcosa dentro le persone che soffrono, il desiderio di non stare più male, di desiderare di riprendere il controllo della propria vita e della propria salute e del proprio benessere. Tutte le volte che noi abbiamo la possibilità di confrontarci con noi stessi, ci rende delle persone più forti, più sicuri e più capaci di affrontare le difficoltà.

Il messaggio di speranza sta proprio nella capacità di chiedere aiuto e di iniziare un percorso che avrà dei momenti difficili ma che ci arricchirà dal punto di vista della consapevolezza e della nostra capacità umana.

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