Avvenire di Calabria

La prima domenica dopo Pasqua è dedicata alla Divina Misericordia per volontà di San Giovanni Paolo II che la istituì nel 2000

Verso la Domenica della Divina Misericordia, ecco perché si festeggia

Nel giorno della Festa (prima domenica dopo Pasqua) l'immagine della Misericordia deve essere benedetta e venerata pubblicamente, e i sacerdoti devono recitare le omelie della Divina Misericordia e suscitare fiducia nelle anime.

di Redazione Web

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La prima domenica dopo Pasqua è dedicata alla Divina Misericordia per volontà di San Giovanni Paolo II che la istituì nel 2000. Nel giorno della Festa (prima domenica dopo Pasqua) l'immagine della Misericordia deve essere benedetta e venerata pubblicamente, e i sacerdoti devono recitare le omelie della Divina Misericordia e suscitare fiducia nelle anime.

Il 16 aprile è la Domenica della Divina Misericordia

Fu istituita da Giovanni Paolo II che la fissò una settimana dopo la Pasqua. A volerla, secondo le visioni avute da suor Faustina Kowalska, la religiosa polacca canonizzata da Wojtyla nel 2000, fu Gesù stesso.

La prima volta

Il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia. Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia - Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l'indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor Faustina Kowalska fu la prima a celebrare individualmente questa festa con il permesso del confessore.


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Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: "Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia".

Negli anni successivi  Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: "Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore". Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo.

Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione della festa: "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre". La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che "elargirà grazie di ogni genere".


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Sulla misericordia Giovanni Paolo II improntò tutto il suo pontificato, coronando questo aspetto particolare del suo magistero nel Grande Giubileo dell’anno 2000 e istituendo l’odierna celebrazione della Divina Misericordia. E del resto, al tema della misericordia aveva dedicato la sua seconda enciclica.

Ma proprio la misericordia fu ampiamente presente anche nei pontificati dei suoi predecessori e non solo.

Chi era suor Faustina?

Era una ragazza del secolo scorso, una giovane suora: nella Polonia tra le due guerre mondiali Gesù le apparve “commissionandole”, per così dire, di ritrarlo così come lo celebriamo oggi, Gesù misericordioso: con la veste bianca e i due raggi, uno rosso e uno bianco sgorganti dal suo petto, ma soprattutto raccomandandole di confidare in lui.

Ecco le parole di San Giovanni Paolo II in occasione della sua canonizzazione: «È davvero grande oggi la mia gioia, nel proporre a tutta la Chiesa, quasi dono di Dio per il nostro tempo, la vita e la testimonianza di Suor Faustina Kowalska. Dalla divina Provvidenza la vita di questa umile figlia della Polonia è stata completamente legata alla storia del ventesimo secolo, il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle. E', infatti, tra la prima e la seconda guerra mondiale che Cristo le ha affidato il suo messaggio di misericordia. Coloro che ricordano, che furono testimoni e partecipi degli eventi di quegli anni e delle orribili sofferenze che ne derivarono per milioni di uomini, sanno bene quanto il messaggio della misericordia fosse necessario».

«Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia" (Diario, p. 132). Attraverso l'opera della religiosa polacca, questo messaggio si è legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro tempo» concluse il Santo Padre.


PER APPROFONDIRE: Suor Faustina e Giovanni Paolo II uniti nella Divina Misericordia


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