Avvenire di Calabria

Quindici anni nella parrocchia di Saline, da qualche giorno è arrivata la nuova nomina

Don Ielo: «A Condera per ripartire dalla famiglia»

L'economo della diocesi, succederà a don Nuccio Cannizzaro

Francesco Creazzo

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Quindici anni nella parrocchia di Saline, da qualche giorno è arrivata la nuova nomina: don Paolo Ielo, economo della diocesi, succederà a don Nuccio Cannizzaro alla guida di una delle parrocchie più popolose della città di Reggio, quella di Condera.

Don Paolo, lei succederà a don Nuccio Cannizzaro a Condera. Quali sono le principali sfide per il futuro? Quali gli aspetti pastorali che intende porre al centro della sua azione?

Si, sarò  il successore di Don Nuccio, che già ringrazio per tutto quello che in questi anni ha creato e realizzato nella parrocchia di Condera. Nella continuità del ministero, sono certo di trovare una Parrocchia matura nella fede e un laicato formato e responsabile.
Le sfide? Sicuramente oggi dobbiamo convincerci che la Chiesa, quindi le nostre comunità, deve scendere nel vissuto dell'uomo incarnandolo e parlare al suo cuore. Una "Chiesa in uscita" per usare un immagine cara a Papa Francesco, ma non nell' uscire dal luogo ma dagli schemi tradizionali o di una fede per tradizione o "dell'abbiamo fatto sempre così".
Certamente starò alla finestra a guardare per un po'; dopo sono convinto di ripartire dalla famiglia,  luogo della trasmissione della fede e realtà centrale nell'evangelizzazione e quindi al centro di qualsiasi scelta pastorale.

A Saline ha passato 15 anni, che ricordi porta con sé? Quali i momenti più belli?

A Saline sembra ieri che sono arrivato da giovane prete. Qui il tempo si è fermato, anni intensi, belli, fecondi; anni che mi hanno visto crescere come padre, ma anche figlio di questa comunità. 
Di ricordi ne ho tanti quanti sono i momenti belli. Rischio di essere riduttivo nel menzionare solo qualcuno. So per certo di aver visto una comunità che giorno per giorno cambiava il suo modo di vivere la fede, dalle comunioni ad ottobre - scelta rivoluzionaria ma profetica che anche Condera celebra - allo stravolgimento del cammino tradizionale di catechesi, ponendo al centro dell'annuncio della fede, le famiglie chiamate già nel giorno del battesimo ad essere protagoniste nella trasmissione del mistero di salvezza che è Gesù Cristo.
Le feste patronali, il presepe vivente, sono altre esperienze che hanno visto la comunità crescere nella fede.  
Mi viene in mente, in quaresima di alcuni anni fa, la scelta della storia di Bruno Ferrero, di Martino e Fedele, la storia dello spaventapasseri e dell'uccellino, che ci ha fatto rimbalzare nelle pagine di diversi quotidiani, e che aveva scandalizzato qualche confratello solo perché non si è capito il profondo significato e l'importanza della catechesi raccontata.

Nella sua nuova parrocchia esistono progetti comunali di riqualificazione, come quello del campo sportivo. Quanto è importante lo sport come attività pastorale in un quartiere come Condera?

Si, ho saputo del progetto della riqualificazione del campetto di calcio. Sicuramente lo sport diventa uno strumento di evangelizzazione notevole spero si possa già pensare ad un programma di collaborazione con le realtà sportive presenti nel territorio.

Condera ha una particolarità: la presenza del cimitero e, di conseguenza, il culto dei defunti e la cura pastorale dei loro cari. Come affrontare una efficace pastorale legata al tema della morte?

Condera ha questa prerogativa di essere la Parrocchia che ha la cura del Cimitero monumentale. Sicuramente ci sarà l'attenzione al luogo, ma sarà anche una Parrocchia della compassione, che cercherà di mettere al centro l'attenzione alla vita che finisce, ma illuminata dalla risurrezione, quindi una comunità che vive, incarna e annuncia la speranza che è Cristo.

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