Avvenire di Calabria

La riflessione del direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria–Bova in occasione della Pasqua

Don Pangallo: «Custodire le speranze nel cuore dei giovani»

Antonino Pangallo

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Sulijana aveva gli occhi scintillanti la notte di Pasqua. L’emozione era incontenibile. L’attesa ed il travaglio si sono compiuti. L’acqua, il crisma ed il pane della vita sigillano il cammino di questi anni di catecumenato. È vivo il Signore Gesù. Vive nel cuore di questa giovane di origine serba, giunta nella nostra terra dopo il lungo pellegrinare della famiglia. Ha scelto il nome di Francesca per l’iniziazione cristiana, non solo perché è nata il 2 aprile ma anche per il desiderio di imitare il santo di Paola. L’ho vista camminare in questi anni, insieme ad altri giovani, compagni di viaggio, provocati dal desiderio profondo di essere di Cristo di questa ragazza dagli occhi neri incuriositi e dal cuore grande.

Semplice e combattiva, sa bene guadagnarsi la vita ed affrontare le sfide, non ultima la morte del padre nei giorni scorsi. Ha accompagnato quest’ultimo con tenerezza e tenacia fino alla fine. Lo ha riportato nella terra natale per dargli sepoltura ma per tornare subito qui. Non voleva mancare all’appuntamento con Gesù vivo. Vedo i suoi occhi colmi di lacrime e provo l’emozione grande nel pensare a quanta risurrezione vi sia in tanti giovani oggi. In mezzo a tante fragilità, Dio suscita aperture di fede, squarci di luce che danno speranza.
 

Vedo i tanti volontari della carità. Ogni giorno tanti ragazzi si spendono per gli ultimi. Dai giovani del servizio civile ai gruppi di volontariato, in tanti costituiscono la folla degli amici degli ultimi. Questi testimoni dell’amore sono il segno concreto della risurrezione in atto. E tra di loro Dio suscita spinte ad un “oltre”. Ad un ragazzo ho chiesto della sua vita spirituale e mi ha detto di avere a volte un dubbio. Pensavo si riferisse a dubbi di fede, segno dell’età adolescenziale. Ed invece, con semplicità disarmante, mi ha detto: «Forse dovrei fare di più per Lui». Questi sono i giovani vivi di Gesù vivo. Gesù continua a risorgere nel cuore di tanti ragazzi alla ricerca della luce della speranza. Vive anche nelle storie di tre famiglie eritree, accolte attraverso i corridoi umanitari. Hanno vissuto per anni in campi profughi dove sono nati i bambini che non hanno mai avuto una casa prima d’ora.
 

Le comunità di Pellaro, Masella e Casa Anawim le hanno accolte e le stanno accompagnando verso l’integrazione. Con molta semplicità uno di loro, cristiano battista, parlando della comunità che lo ha accolto, dice: «Sono i miei fratelli». E così un’esperienza di condivisione e di apertura comunitaria diviene esperienza di fraternità e di risurrezione. Questa è la Pasqua. Egli risorge e desidera risorgere in questa nostra terra aspra. Sono tempi difficili – ma ci sono mai stati tempi facili? – ed oggi e qui, a ciascuno di noi è chiesto di rinascere con Sulijana a vita nuova.

* Direttore Caritas Rc

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