Pace: card. Zuppi alla veglia di preghiera, “il Giubileo sia un’opportunità”
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La “bellezza” diventa il mezzo con cui il corso di studio magistrale in “Design per la vita del pianeta – Planet Life Design” del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università degli studi di Perugia, in collaborazione con l’Università degli studi della Campania Vanvitelli, si spinge oltre l’orizzonte più tradizionale del design e immagina la progettazione di oggetti per scenari più complessi come quelli legati al mondo della disabilità. Nello specifico, il workshop “Interior_Safety_Emergency for Kids” ha visto il coinvolgimento dell’Istituto Serafico di Assisi, centro d’eccellenza per la riabilitazione di ragazzi con disabilità grave e gravissima, che ha fornito agli studenti il proprio punto di vista e le proprie competenze al fine di sviluppare e progettare prodotti di design che possano rappresentare un elemento importante della riabilitazione delle persone con disabilità.
Il corso di studi, presieduto da Benedetta Terenzi, docente di Design for Emergency, ha coinvolto i propri studenti in questa sfida, con l’obiettivo di elaborare delle proposte progettuali che potessero risponde alle esigenze esposte dal Serafico, mettendo a sistema le conoscenze e le competenze fornite dagli insegnamenti di “Residenze protette” e “Safety Fashion Design”.
“Il corso di laurea magistrale in Planet Life Design – spiega la prof.ssa Benedetta Terenzi – ha l’obiettivo di formare designer specializzati nel design applicato alla risoluzione dei problemi emergenti e nella progettazione di scenari complessi, intelligenti e sostenibili per definire nuove modalità di vita sul pianeta”.
Ed è proprio creando questa sinergia che l’Istituto Serafico di Assisi ha indirizzato i giovani universitari, mettendo in campo la propria esperienza al fine di migliorare gli ambienti che ospitano le persone con disabilità, rendendo gli spazi confortevoli o utilizzando un abbigliamento ad hoc per chi, per diversi motivi legati alla propria disabilità, tende a strapparsi gli abiti di dosso. E così le progettazioni si sono concentrate nella creazione di un “letto abitacolo”‘; di abbigliamento protettivo; di particolari giochi adatti alla vita più fragile e in grado di insegnare concetti nuovi o migliorare la memoria di chi ne fa uso.
“Prendersi cura significa garantire ambienti e oggetti sicuri, ma anche dare bellezza – ha spiegato Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico –. I bambini e i ragazzi disabili, così come tutti i bambini del mondo, hanno bisogno di sognare, di sentirsi bambini, di giocare. E quindi c’è chi ha bisogno di vestiti speciali, chi di giochi speciali”. “L’attenzione alla progettazione è importante per chi si trova in una condizione di disabilità: perché non è giusto prendersi cura di una persona in ambienti brutti e sciatti, senza dare la giusta attenzione al gusto. Attraverso questo nuovo modo di progettare e di sperimentare si aprono nuove ‘finestre’ che la disabilità ha chiuso”, ha aggiunto. Di Maolo ha esortato: “In Italia sono ancora poche le progettazioni fatte in questo modo, spesso noi le prendiamo all’estero. Quindi lancio l’invito a progettare, a provare, a sperimentare: perché è solo tramite la progettazione atta a diventare strumento di benessere e di miglioramento della qualità della vita che si crea un ponte verso la giustizia e l’inclusione sociale”.
Fonte: Agensir
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