Avvenire di Calabria

La storia del frate cappuccino, figura molto legata alla devozione della Madonna della Consolazione

Madonna della Consolazione, volti del Santuario: fra Gesualdo da Reggio

Il corpo del religioso riposa all'interno del Santuario dell'Eremo. La sua tomba è continua meta di fedeli

di Redazione Web

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Da alcuni anni, salendo all’Eremo, i pellegrini sono accolti da una gigantografia e dalla statua in bronzo del venerabile padre Gesualdo Melacrinò. La sua tomba sita subito dopo l’entrata della chiesa, sulla destra è continua meta di fedeli. Difficile non trovare dei fiori, un rosario o qualcuno inginocchiato in preghiera che portando il suo saluto alla Patrona non si fermi dal frate cappuccino.

Madonna della Consolazione, i sette sabati

Prosegue presso l'Eremo dei frati cappuccini il cammino in preparazione della festa della Madonna della Consolazione a Reggio Calabria che si celebra a settembre. Domani è il quarto sabato dedicato allo "Smarrimento e ritrovamento di Gesù tra i dottori del Tempio".

anche domani il programma della giornata prevede la celebrazione di una Santa Messa nei seguenti orari6:30; 8:00; 9:30; 17:30 e 19:30. Durante i Sette Sabati, inoltre, la Basilica dell'Eremo rimarrà aperta dalle 5:30 alle 21:30, mentre i frati saranno disponibili per il Sacramento della Riconciliazione.

I volti del Santuario dell'Eremo, chi era fra Gesualdo

Figura legata alla storia dei cappuccini e dell'Eremo a Reggio Calabria è fra Gesualdo Malacrinò le cui spoglie riposano proprio all'interno del Santuario in cui è custodita la venerata effigie della Madonna della Consolazione, patrona di Reggio Calabria.

«Nel corso dell’anno, infatti, sono tantissime le persone che, direttamente o tramite i familiari, chiedono di toccare il lenzuolo o il bastone del padre, affidandosi con confidente fervore alla sua intercessione per ottenere da Dio la grazia della guarigione per sé o per il loro congiunto. Alcune di esse serbano questo momento confidenziale nell’intimità della propria riservatezza, mentre altre lo manifestano come segno di speranza e di gratitudine su carta, servendosi del Registro posto a lato della tomba» scrive padre Giuseppe Sinopoli nel suo libro “La Madonna della Consolazione. I frati cappuccini e il popolo reggino”.

Dalla salute, alla pace interiore, per la famiglia, i reggini confidano da sempre nell’intercessione del Cappuccino alla Madonna fra Gesualdo Malacrinò. Il frate è nato il 18 ottobre 1725 da Francesco Malacrinò e Saveria Melissari che «hanno saputo costruire la loro casa come “piccola chiesa domestica”, dove la preghiera e le opere di carità eccellono sia per qualità che per quantità».

Gli anni della fanciullezza e la vocazione

Raggiunta l’età scolare inizia a frequentare l’oratorio dei Fratelli di Gesù e di Maria». In questo periodo incontra «il giovane chierico filippino, Salvatore Votano, con il quale stringe un legame spirituale e amicale, tra i più preziosi della sua vita». Così «a 8 anni, ed esattamente il 20 settembre 1733, riceve il sacramento della cresima nella Cattedrale di Reggio Calabria». Decide, poi, di intraprendere la via del sacerdozio.

«Il 12 marzo 1740 riceve la tonsura e il 23 settembre dello stesso anno gli ordini minori dell’ostiariato e del lettorato». Il suo animo però gli chiede di spingersi oltre.


PER APPROFONDIRE: Madonna della Consolazione, il programma completo dei sette sabati 2023


«Un giorno, mentre ritorna a casa, incontra due frati cappuccini, che, ricurvi sotto il peso della bisaccia stracolma di carità, con il viso grondante sudore per il gran caldo, con i piedi spaccati per il lungo camminare e con negli occhi il canto della perfetta letizia, risalgono faticosamente, il letto del torrente Caserta per rientrare in convento. È la risposta del Signore. Infatti dopo qualche settimana, accompagnato da don Salvatore Votano, bussa alla porta del convento dell’Immacolata Concezione, dove viene accolto dal guardiano dei cappuccini, padre Bernardo da Sant’Agata. Ha appena compiuto 15 anni.

 Il Ministro provinciale, padre Ilarione da Feroleto, lo manda al noviziato presso il convento di Fiumara di Muro e il 5 novembre 1740 indossa i ruvidi panni dei cappuccini e gli viene consegnata la Regola del poverello d’Assisi, assumendo il nuovo nome di fra Gesualdo da Reggio Calabria».

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