
Diocesi: Albano aderisce al progetto Cei “Mi fido di noi”
Diocesi: Albano aderisce al progetto Cei “Mi fido di noi”
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Su iniziale proposta del card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, unitamente ai legali rappresentanti di Fondazione San Petronio Onlus, della Casa di accoglienza Beata Vergine delle Grazie, di Casa Santa Chiara, di Fondazione Ceis Onlus e Fondazione Gualandi a favore dei sordi, ha preso il via Adoa Bologna, l’Associazione diocesana delle opere assistenziali. Una rete aperta e coordinata che offre sinergie e supporta il rafforzamento continuo di relazioni concrete tra gli enti che hanno a cuore le persone più vulnerabili della società, nella visione comune della sostenibilità integrale. La nuova Adoa nasce richiamando i principi ispiratori ed il metodo sperimentato e consolidato da Adoa Verona e segue la costituzione di Adoa Parma, avvenuta nel 2022. Ad accompagnarne la “nascita” sono, tra gli altri, la primogenita Adoa Verona e l’Ufficio nazionale di pastorale della salute della Cei.
La mission di Adoa, si legge in una nota, è “offrire occasioni per tradurre la sintonia di principi in sinergie di percorsi sinodali e scelte concrete di collaborazione in materia formativa, di sviluppo progetti innovativi e gruppi di acquisto, nel pieno rispetto dell’autonomia amministrativa e gestionale di ogni ente ad essa associato”. Adoa Bologna è aperta all’adesione progressiva e successiva di enti impegnati nel servizio agli anziani, alle disabilità, al disagio psichico, alla marginalità e alla formazione, che operano sul territorio della diocesi bolognese senza scopo di lucro, per il bene comune. Dunque enti del Terzo settore, istituti religiosi ed organizzazioni di origine ecclesiale o direttamente collegati con gli organismi ecclesiali del territorio della diocesi. Le collaborazioni sviluppate in particolare nell’ultimo decennio di attività da Adoa Verona saranno fin da subito messe a disposizione degli enti di Adoa Bologna e “per tutte le realtà diocesane che vorranno aderire per sviluppare sul proprio territorio un’esperienza che si è dimostrata capace di valorizzare le realtà che si occupano di salute, socio-sanitario, socio-assistenziale, carità, formazione ed in generale di opere ad impatto sociale, con un orizzonte di bene comune”, conclude la nota.
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