Avvenire di Calabria

Gaza: attacco israeliano alla parrocchia cattolica. Due morti e sette feriti. Patriarcato, “non riusciamo a comprendere l’attacco. In parrocchia non ci sono belligeranti”

di Redazione Web

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“Non riusciamo a comprendere come un simile attacco possa essere compiuto proprio mentre tutta la Chiesa si prepara al Natale”. In un comunicato diffuso poco fa il Patriarcato latino di Gerusalemme condanna l’attacco israeliano alla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia nel quale sono state uccise due donne, e altri sette fedeli sono rimasti feriti mentre tentavano di soccorrere le persone dentro la chiesa. È lo stesso Patriarcato che ricostruisce le fasi dell’attacco, avvenuto per mano di un cecchino: due donne, Nahida e sua figlia Samar, questi i nomi delle vittime, sono state colpite “a sangue freddo” mentre camminavano all’interno della parrocchia per recarsi al convento delle suore.

Il patriarcato sottolinea che “nessun avvertimento era stato dato” circa un eventuale attacco alla parrocchia dove, si ribadisce, “non ci sono belligeranti”. Israele avrebbe giustificato l’attacco con la presenza di un lanciamissili dentro l’area della parrocchia. Nel comunicato si riferisce anche al razzo sparato da un carro armato israeliano che ha colpito la casa delle suore di Madre Teresa che assistono 54 ragazzi gravemente disabili. La struttura, spiega il Patriarcato latino, “era stata segnalata come luogo di culto sin dall’inizio della guerra”. Il razzo ha colpito e distrutto i pannelli solari e il generatore elettrico che rappresentano l’unica fonte di elettricità utile anche a far funzionare i respiratori necessari ai giovani disabili. Distrutti anche i grandi contenitori di acqua posti sui tetti della parrocchia. Altri due razzi, sparati sempre da carri armati israeliani, hanno raggiunto la casa delle suore. I giovani disabili attualmente sono sfollati e senza accesso ai respiratori. Altre tre persone sono rimaste ferite in un attacco ieri sera. La nota del Patriarcato termina con l’espressione di cordoglio e di vicinanza alle vittime, ai familiari e ai feriti.

Fonte: Agensir

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