Avvenire di Calabria

Oggi è la Giornata per il popolo palestinese che sta vivendo, assieme a quello israeliano, un nuovo atroce conflitto

Conflitto in Terra Santa, la Calabria testimone di un dialogo possibile

Anche dalla Calabria arrivano significativi segnali per i costruttori di pace: iniziative tra scuola e arte

di Redazione Web

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Oggi è la Giornata per il popolo palestinese che sta vivendo, assieme a quello israeliano, un nuovo atroce conflitto in Terra Santa. Anche dalla Calabria arrivano significativi segnali per i costruttori di pace: iniziative tra scuola e arte.

Terra Santa e Calabria, ponti di dialogo e di pace

Dialogo e confronto interreligioso e interculturale. Sono questi gli elementi alla base dell’importante progetto avviato da qualche mese in Calabria, grazie all’accordo tra Regione e Vicariato delle scuole della Custodia di Terra Santa.

L’iniziativa pilota vede attualmente coinvolti gli istituti scolastici che ricadono sul territorio della diocesi di Rossano-Cariati. Rientra nel programma interistituzionale “Calabria Terra di Pace e Fratellanza”.

Il cammino è finalizzato all’educazione alla pace e alla fratellanza tra i popoli, attraverso attività di accoglienza, gemellaggi e scambi linguistico-culturali, destinati a studenti frequentanti non solo le scuole calabresi, ma anche le scuole della Custodia in Terra Santa.

È stato avviato prima ancora dei tragici avvenimenti del 7 ottobre degenerati nell’attuale scenario di guerra, morte e distruzione.


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Un’iniziativa che alla luce di questa situazione assume, ancora di più, maggior significato, in quanto nasce proprio con il presupposto di alimentare e favorire la cultura del rispetto e della diversità, contro le divisioni che spesso sfociano nell’odio e nel disprezzo.

Tra le finalità, la creazione di luoghi di incontro e convivenza interculturale in cui giovani, provenienti da contesti caratterizzati da divisioni e conflitti, possano maturare esperienze significative per la loro crescita, umana, rafforzare l’autostima, la fiducia in se stessi e negli altri, interagire in luoghi dove, attraverso l’apprendimento funzionale, ludico e creativo della lingua e della cultura italiane, possano acquisire nuovi strumenti e modelli valoriali utili ad una replicabilità virtuosa nella loro Terra di origine.

Il progetto è articolato attraverso lezioni a distanza, con cadenza settimanale, su temi individuati dai rispettivi consigli di classe legati al confronto interreligioso e culturale e alla pace.

«La Regione Calabria incentiva questi percorsi formativi che fungono da stimolo per l’apertura ai Paesi del Mediterraneo e alle conseguenti prospettive di crescita culturale, sociale ed economica della Regione», spiega la vicepresidente della giunta regionale calabrese Giusi Princi a proposito dell’iniziativa finanziata dalla Cittadella.



Il progetto mira a costruire un ponte ideale con la Terra Santa contro ogni sorta di pregiudizio e discriminazione. «Siamo convinti, infatti - aggiunge Princi - che educare le giovani generazioni al dialogo interreligioso e al confronto sia la base della cittadinanza attiva in un contesto sempre più globale ed interculturale, nel quale occorre far scoprire a la diversità come valore».

L'artista reggino e il murales a Milano

Domenica scorsa a Milano, in via Giovanni Scheiwiller, zona Porta Romana e Fondazione Prada, è apparsa l’opera di street art dal titolo “Terra non santa” dell’artista reggino LBS (Bruno Salvatore Latella) raffigurante la guerra tra Israele e il mondo arabo.

Fondatore dell’idea di Globalized Street Art, dopo la performance internazionale “L’arte contro la distruzione”, l’artista ha continuato a voler seguire il tema dell’ultima opera per lanciare un grido di pace nei confronti del conflitto arabo-israeliano.

LBS prendendo in considerazione la data del 19 novembre, ha voluto ricordare il giorno in cui ricorre l’evento storico avvenuto nel 1977: il primo incontro di pace tra il leader arabo Anwar Sadat e il leader israeliano Menachem Begin, proprio in territorio di quest’ultimo. “Terra non Santa” descrive con drammaticità una scena complessa e carica di simbolismo.


PER APPROFONDIRE: Conflitto in Israele, la lettura di don Valerio Chiovaro


Nel deserto sconfinato, le montagne imponenti assistono in silenzio al dramma che si svolge al centro del quadro, la distruzione della vita di innocenti causata da un nuovo capitolo conflitto arabo-israeliano.

Al centro dell’opera, due bambini corrono con braccia mutilate, il pianto trasformato in lacrime di sangue. La loro fuga disperata è ostacolata da soldati occidentali, le cui armi d’oro puntate rappresentano un potere immenso, ma allo stesso tempo un peso colmo di responsabilità. Il contrasto tra la fragilità dei bambini e la potenza delle armi sottolinea la disumanità della guerra.

Ai lati opposti del quadro, due figure convergono verso il centro. A sinistra, un soldato occidentale corre armato di un fucile d’oro, simbolo di potere e ricchezza che non risparmia neanche l’atto bellico. A destra, un musulmano in abiti stereotipati tiene in mano una rosa d’oro, un gesto di pace inaspettato nel contesto della guerra.

Quest’immagine suggerisce la complessità delle relazioni e la possibilità di speranza anche in mezzo alla discordia: un sogno, un’utopia. La rosa d’oro, quasi sospesa tra i due mondi in conflitto, simboleggia un gesto di pace fragile e sospetto, evidenziando la necessità di cercare soluzioni pacifiche oltre le differenze culturali e religiose.

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