Avvenire di Calabria

Il racconto di Maria Kongolo apre un interessante spaccato sulla condizione di chi è stato costretto a ricercare altrove condizioni di vita migliore

Giornata del rifugiato, una testimonianza diventata libro

La donna da tempo in Calabria ha avuto il coraggio di farsi apprezzare nonostante si trovasse in un Paese lontano per distanze e cultura attuando un processo di integrazione in chiave ecumenica

di Nanà Bertè

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Il 20 giugno è una data simbolica, si celebra oggi la Giornata del rifugiato. È un’occasione per riflettere sulla condizione che accomuna quanti scappano, ancora oggi, da guerra e violenza. Ma anche per focalizzare l'attenzione sull'importanza della protezione: un "dono" che non si esaurisce nell'accesso all'asilo, ma si manifesta concretamente attraverso un processo equo di integrazione sociale ed economica. Vi proponiamo un'interessante testimonianza, raccolta nelle pagine di un libro, recentemente pubblicato. 

“Incontri di Luce”, un libro elaborato dalla dottoressa Mimma Iannò sul racconto che la signora Maria Kongolo ha fatto della sua vita è stato presentato venerdì 3 giugno dal Gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) presso la sala annessa alla Chiesa Valdese di Reggio Calabria alla presenza dei soci del gruppo SAE della nostra città e dei fratelli valdesi e battisti.


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Ha introdotto la responsabile del gruppo, la professoressa Gigliola Pedullà e relazionato la professoressa Eugenia Marzotti, sorella valdese.

“Incontri di Luce” non è soltanto il racconto di una vita, quella di Maria Kongolo di origine congolese, ma un’occasione di riflessione sulla diversità e sulla necessità di una relazione basata sul rispetto e sulla valorizzazione dell’altro/a in un’ottica ecumenica.

Il libro non riporta soltanto le vicende personali di Maria Kongolo, dalla nascita avvenuta a Lubumbashi nella Repubblica Democratica del Congo fino a oggi, ma apre una finestra su un mondo diverso. Racconta soprattutto la donna, la persona che si è fatta apprezzare per le sue qualità. Semplice, umile, dall’aspetto signorile, generosa e desiderosa di cultura, doti che non sono state deturpate da una vita travagliata e spesso dolorosa.

Maria Kongolo ha affrontato le sue vicissitudini con coraggio, sostenuta dall’amore della sua famiglia e della madre in modo particolare, che con i suoi insegnamenti le ha permesso di sopportare il dolore con dignità e volontà di riuscire. Non ha avuto difficoltà infatti ad inserirsi nel tessuto sociale e culturale della nostra terra senza rinunciare alla sua autenticità di donna congolese.

Il libro, nato da due donne e da due storie in dialogo mette in evidenza la forza della narrazione che porta fuori dal piccolo mondo e come nella ricchezza del confronto e nella ricerca dell’armonia e della bellezza si scopre il comune bisogno di umanità.

I ricordi sono stati gli strumenti per ricostruire anche la storia di un paese diverso, costretto ad una crudele colonizzazione e ferito ancora oggi da una guerra trentennale per bramosia di ricchezza e potere.

Giornata del rifugiato, quando l'incontro diventa ricchezza

Il libro, già nel titolo, chiarisce l’intento delle autrici; sottolineare la magia dell’incontro, del riconoscimento e dell’accettazione reciproca che sprigiona una luce che avvolge due vite, due sensibilità e una comune esigenza di pace dello spirito. È coinvolgente e chi lo legge ha la sensazione di essere il terzo interlocutore o interlocutrice e di trovarsi in quella rete di amicizia, di solidarietà e rispetto che Maria ha sperimentato al suo arrivo a Reggio Calabria dove si è riunita al marito.

"Incontri di luce" è stato dedicato a una donna eccezionale, Francesca Mele, recentemente scomparsa, fondatrice del gruppo locale SAE del quale è stata responsabile per moltissimi anni, fervente sostenitrice e soprattutto testimone del pensiero ecumenico e del dialogo arricchente.


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Insegnamento che Maria Kongolo ha recepito perfettamente e così in un passo del suo racconto giustifica la scelta di raccontarsi a Mimma Iannò: «Sì, mi piacerebbe assieme alle altre amiche del SAE dare il mio contributo per far conoscere con il racconto della mia vita l’importanza di costruire insieme attraverso il dialogo e il confronto rispettoso, una nuova società, ricca di relazione sincera e solidale e non di rapporti basati sulla sfiducia e sulla violenza».

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