Avvenire di Calabria

Attenzione a motori di ricerca e influencer sui Social media. L’esorcista reggino: «Le prime ricerche già alle elementari»

Halloween, il «capodanno satanico» a portata di bambino

Don Giuseppe Manti ci spiega come anche la scuola abbia deciso di alzare “bandiera bianca” di fronte al consumismo

di Federico Minniti

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Halloween, il «capodanno satanico» a portata di bambino. Attenzione a motori di ricerca e influencer sui Social media. L’esorcista reggino, don Giuseppe Manti avvisa: «Le prime ricerche già alle elementari». Poi l'accusa al mondo della scuola: «Alzare “bandiera bianca” di fronte al consumismo».

Halloween, il «capodanno satanico»

Oggi è Halloween. Tutt’altro che «una carnevalata». Ne è convinto don Giuseppe Manti, parroco a Prunella di Melito Porto Salvo ed esorcista diocesano col quale ci siamo soffermati sulla ricerca dell’occulto dei giovanissimi. Un’attitudine sulla quale non è esente di responsabilità anche il mondo della scuola.

Cosa si cela dietro il significato originale di Halloween?

Si tratta di una festa pagana di origini celtiche. Dall’etimologia si richiama a una “notte santa”, ma il significato originale è ben distante dalla nostra religione. È infatti un vero e proprio culto della morte che è in contrapposizione col cristianesimo che crede che, grazie al sacrificio di Cristo, la stessa morte è stata sconfitta. Storicamente, ad Halloween, venivano minacciati i braccianti: l’offerta o la maledizione. Così l’occulto diventava arma di ritorsione. Questo è il significato autentico di questa festa che, da sempre, preoccupa la Chiesa cattolica. Basti pensare che prima dell’Ottocento, la festa di Ognissanti si celebrava a maggio, salvo poi essere spostata poi il 1 novembre proprio per “contrastare” questa credenza pagana.


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Oltre le zucche che prendono sembianze umane c’è molto di più, quindi?

Il consumismo ha nascosto il risvolto più pericoloso: ad Halloween si celebra il capodanno satanico.

Eppure spesso tanti ragazzi partecipano a riti satanici. Per goliardia, curiosità o facendosi trascinare “dalle mode” come Halloween. Cosa dire loro?

Il problema è ancora più radicale e non si ferma solo ad Halloween. Tantissimi bambini vivono un vero e proprio processo di iniziazione al mondo dell’occulto. Una ricerca costante di un piacere apparente che intrappola i più giovani. Molti di loro, dopo un’attrazione costante, finiscono di cadere nelle sette. Questa deriva è pericolosa: si perde il gusto di assaporare la bellezza della vita, disprezzandola, e adorando – appunto – il culto della morte “celebrato” proprio ad Halloween. È, infatti, il 31 ottobre la notte dei sacrifici dove a essere offerte sono le anime degli iniziati.

Lei ha parlato di bambini…

Sì, purtroppo l’età si sta sempre più abbassando. Durante i convegni nazionali a cui partecipiamo come esorcisti si evidenziano alcuni casi riconducibili già ai primi anni delle scuole elementari. Sul territorio diocesano, fortunatamente, non ci sono ancora casi così precoci.


PER APPROFONDIRE: «Squid game». Quei giochi di morte che affascinano i giovanissimi


Qual è l’età “d’ingresso” nel mondo dell’occulto?

L’adolescenza. È periodo contraddittorio dove tante scelte vengono fatte solo “per provare”. Purtroppo tanti ragazzi, seppure accompagnati ad uscire da questi processi, ne rimangono profondamente segnati.

E gli adulti in tutto questo?

I genitori sono, quasi, sempre gli ultimi a “scoprire” le cose. Eppure basterebbe iniziare a vigilare seriamente su chi seguono i loro figli sui Social network e quali sono le ricerche più ricorrenti su Google. Dare nelle mani di un bambino uno smartphone è pericoloso: su YouTube è pieno di pseudo-cartoni animati che celano dei messaggi subliminali in tema di occultismo e satanismo. Se i nostri piccoli sono bombardati da questi messaggi è normale vivere “felicemente” Halloween.

Ma gli insegnanti non riescono ad essere delle “sentinelle” attente su questi fenomeni?

Sentinelle? Ci prendono quasi in giro. Ormai Halloween è istituzionalizzata all’interno delle nostre scuole. Per molti prof è solo una “carnevalata”. Io li invito a studiare davvero questa “carnevalata” per comprendere quanto possa essere pericolosa per i loro alunni.

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