Avvenire di Calabria

Pubblichiamo il testamento spirituale dell’arcivescovo morto all’alba del sabato santo del 1992

Il testamento di monsignor Ferro: «Superate ogni contrasto»

Giovanni Ferro *

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In nome della Santissima Trinità, raccogliendo il mio spirito nella adorazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ne imploro l’infinita misericordia, affinché purificato dalle mie colpe, possa meglio vivere il resto dei miei giorni e santamente morire.

Rinnovo la professione della mia fede con piena e assoluta adesione della mente e del cuore alle verità che Dio ha rivelato e la Santa Chiesa assistita dallo Spirito Santo insegna agli uomini con ineffabile magistero.

Al Vicario di Cristo la venerazione, l’obbedienza e la gratitudine del figlio sinceramente devoto, che solo desidera essere vicino al Padre e dividere con Lui sofferenze e fatiche per la salvezza delle anime. Ai miei fratelli, sorelle, nipoti e congiunti carissimi lascio una grande benedizione che sia luce e conforto a camminare per la stretta via e largamente li ricompensi di quanto hanno fatto per me. Materialmente io ho dato loro poco o nulla, ma li ho portati sempre nel cuore, e ho la certezza che il Signore vorrà ascrivere anche a loro merito il sacrificio lietamente offerto di una vita trascorsa lontana da casa e dal paese di origine.

A quanti l’amabile Provvidenza del Signore ha posto accanto a me, o ha affidato alle mi cure negli Istituti dei Padri Somaschi di Nervi Pescia, Chirasco, Casal Monferrato, Como e nella parrocchia di Santa Maria Maddalena in Genova, il mio pensiero affettuoso e benedicente. Nel rivolgere a voi, venerandi Sacerdoti e diletti Fedeli dell’Arcidiocesi reggina e di Bova, l’estremo saluto, colui che vi fu Padre e Pastore per tanti anni, vi scongiura “in visceribus Christi” a restare figli devoti della Santa Chiesa, a superare ogni contrasto e divisione con vera carità, e a usare in spirito di povertà dei beni della terra, fisso tenendo lo sguardo ai beni eterni del cielo.

“Praeterit figura huius mundi”.

Vi ho amati tutti e continuo ad amarvi senza esclusione alcuna. Vi attendo tutti in Paradiso, ove spero di giungere presto, confidando nei meriti infiniti di Gesù Salvatore, nella intercessione della dolcissima Madre Celeste, degli Angeli e dei Santi e nelle preghiere di suffragio che voi farete per la povera anima mia.

Chiedo umilmente perdono a chiunque io abbia potuto offendere o contristare, lieto di poter dichiarare che nel mio animo si sono mai fermati pensieri e sentimenti di avversione o di rancore per alcuno di voi. Ringrazio tutti della grande bontà, che come figli amatissimi, avete avuto per me indegno Pastore della Chiesa Reggina e Bovese.

Ai Venerati Presuli della Regione Calabria, che mi sono sempre stati amabilmente vicini come fratelli carissimi, la mia devozione e riconoscenza imperitura.

Delle poche cose che risulteranno in mio possesso alla mia morte, lascio erede il Seminario di Reggio Calabria.

Il canonico Antonino Lia, mio fedelissimo Segretario dopo il caro confratello somasco padre Pasquale Corsini, sarà l’esecutore testamentario.

Il venerato Capitolo Metropolitano, che con la preghiera e con il consiglio mi sorresse nel servizio pastorale, curerà che i miei funerali si svolgano secondo le norme liturgiche (possibilmente in canto gregoriano) con grande semplicità e povertà.

Se qualche offerta venisse fatta dai Fedeli, sia devoluta ai poveri, agli orfani e alle nostre opere per la gioventù.

* arcivescovo metropolita di Reggio Calabria e vescovo di Bova dal 1950 al 1977

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