Ecco cosa prevede il decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato da Enrico Letta ben 6 anni fa
Isee ristretto, il Comune ”snobba” la Legge del 2013?
Federico Minniti
8 Ottobre 2019
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Fu Enrico Letta, all’epoca Primo ministro, a firmare il Decreto n. 59 del 5 dicembre 2013 in cui, tra le varie revisioni «delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente», venne indicata la possibilità di presentare il cosiddetto Isee «ristretto» per l’accesso alle prestazioni sociosanitarie, come l’assistenza domiciliare per le persone con disabilità o non autosufficienti. Ma in cosa consiste questa agevolazione? A spiegarlo in modo inequivocabile è l’Inps in una sua circolare dove specifica che «le persone disabili maggiorenni possono scegliere un nucleo più ristretto rispetto a quello ordinario. Per esempio, una persona maggiorenne disabile non coniugata e senza figli, che vive con i genitori, in sede di calcolo Isee può dichiarare solo i suoi redditi e patrimoni». La Legge (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio 2014) è pienamente funzionale come attesta, ad esempio, la prassi istruttoria dell’Home Care Premium, il bando statale che prevede l’erogazione di un contributo economico fino a un tetto di 1.250 euro per l’assunzione di assistenti familiari che si prendano cura di chi versa in stato di disabilità. Il Decreto, come ovvio, è applicato anche dagli Enti Locali quando i cittadini disabili maggiorenni devono richiedere dei servizi previsti dalla norma, quali il trasporto pubblico e la possibilità di partecipare alle attività dei centri diurni/residenziali del territorio. Ovunque tranne che a Reggio Calabria, secondo quanto dichiarato da Sabina Berretta (di cui potete leggere l’intervista integrale in questa pagina, ndr), madre di una ragazza disabile, che ha denunciato questa anomalia imputabile al Comune di Reggio Calabria. Secondo Sabina, infatti, le Politiche sociali continuano a tenere in considerazione soltanto l’Isee del nucleo familiare, senza tener conto della norma del 2013. Abbiamo immediatamente girato questa segnalazione (come nostra prassi) all’Amministrazione per chiedere chiarimenti. Vorremmo capire perché l’Isee «ristretto» funzioni in tutte le città d’Italia tranne che in riva allo Stretto oppure se la signor Berretta ha reso una dichiarazione errata, ovviamente supportando questa smentita con dati di fatto. Riusciremo ad avere una risposta?
L’iniziativa prima nel suo genere sostenuta dalla Regione Calabria. Il vice presidente Princi: «Intendiamo replicare altrove questo modello che punta al benessere e all’autonomia delle persone disabili».
Si parla tanto (e spesso a sproposito) di diritti e inclusione: ma Reggio Calabria è diventata una città a misura di persona con disabilità? A sentire i diretti interessati sembrerebbe proprio di no: il binomio autonomia e disabilità è quanto mai lontano nonostante gli sforzi fatti dalla politica.
Esiste un modello realmente inclusivo a Reggio Calabria per le persone con disabilità? Questo il tema di apertura del numero in uscita. Torna, infatti, domani Avvenire di Calabria – come ogni domenica – in abbinata con Avvenire, il quotidiano dei cattolici italiani.
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