C’è una Calabria che quotidianamente lavora, produce, in tantissimi ambiti, nel pieno rispetto delle regole. Anche in agricoltura, nonostante vicende e situazioni anomale, da riportare nell’alveo della civile convivenza e legalità. In tal senso la recentissima legge sul caporalato, varata dal Parlamento, può e deve determinare un cambio di passo, a patto comunque di esercitare un controllo costante e capillare. Ma la terra del compianto sindaco Italo Falcomatà, dicevamo in apertura, si muove in sintonia con le leggi dello Stato di diritto anche in ambito agricolo. La mostra denominata, “la buona terra”, inaugurata il 9 febbraio u.s. a Roma nella “biblioteca della Camera dei Deputati, Palazzo San Macuto, via del Seminario 76”, è li a testimoniarlo. Venti istantanee che documentano le storie di uomini e donne che lavorano, in alcuni casi da anni, nel rispetto delle regole. Diverse le nazionalità coinvolte, si va dagli italiani agli indiani, maliani etc. Le regioni coinvolte sono quattro e seguono “il ciclo estivo della raccolta di frutta e verdura: dalla produzione di pomodoro biologico in Capitanata, a quello di Pachino a Siracusa, ai ragazzi maliani che raccolgono agrumi di Libera Terra nella piana di Gioia Tauro, agli indiani sikh che coltivano meloni a Mantova”. Il presidente della Camera, Boldrini, intervenuta alla mostra, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L'illegalità in agricoltura non è un destino inesorabile al quale non ci si può sottrarre. Si può ambire al rispetto e alla dignità, all'integrazione dei migranti e a una produzione di qualità. Sono più contenta se so di mangiare cibo pulito'"
Il ministro dell’interno in visita in Calabria. Ha sottoscritto con la Regione il protocollo d’intesa per l’attivazione del Numero unico emergenze. L’esponente del Governo si è soffermata anche su altri temi.
La liturgia non è un rito fine a se stesso. Lo afferma papa Francesco nella Lettera apostolica “Desiderio desideravi”, pubblicata mercoledì scorso sul valore della liturgia e della formazione liturgica.
Un reggino ai vertici dell’Amministrazione dello Stato. La piazza del borgo della periferia collinare di Reggio Calabria è stata intitolata all’illustre reggino, nativo di Armo.
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