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Crisi climatica e concorrenza sleale mettono in crisi il miele nostrano
L’apicoltura in Calabria vanta diverse aziende che negli anni hanno investito costantemente creando anche virtuosi sistemi di promozione del territorio. A dirlo è Coldiretti Calabria che cita la Banca Dati Apistica Nazionale. Oltre 600 aziende professionali e circa 80mila alveari allevati senza contare gli hobbisti. Una produzione che è di oltre un milione di chili.
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Qualche giorno fa, ricorda Coldiretti, il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria ha approvato la graduatoria del bando, riservato al settore apicoltura che ha finanziato 152 progetti. A fronte di ciò però resta alto il pericolo derivante dall’import sleale e dai cambiamenti climatici.
Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato. Nel 46% dei casi, spiega Coldiretti, il prodotto è risultato non conforme alle regole comunitarie. Con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto. Oppure l’uso di additivi e coloranti.
Un dumping insostenibile ai danni degli apicoltori già alle prese con l’aumento dei costi di produzione. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture. E del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori. Così i produttori, precisa la Coldiretti, sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti.
PER APPROFONDIRE: Piano apistico Calabria, approvata la graduatoria: 152 progetti
Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani, rilancia l’associazione, si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape. La raccomandazione è sempre quella di leggere bene l’etichetta. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (es. Miele italiano). Mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi. Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi. Mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”.
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Tags: apiCalabriaColdiretti