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“Per promuovere il linguaggio inclusivo nei contesti aziendali non basta fornire indicazioni su quali espressioni usare, ma occorre affrontare il tema con un approccio che favorisca empatia e consapevolezza”. L’indagine “Il linguaggio inclusivo tra resistenze e cambiamenti”, condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con Diversity & Inclusion Speaking e con il sostegno del Gruppo Mediobanca, ha analizzato come emozioni, credenze e dinamiche sociali influenzino l’adozione di un linguaggio più equo. “Il linguaggio non è solo comunicazione, ma anche inclusione e riconoscimento dell’altro”, afferma Claudia Manzi, docente di Psicologia sociale all’Università Cattolica e responsabile della ricerca. Lo studio evidenzia che chi percepisce il linguaggio inclusivo come una forzatura è spesso influenzato da emozioni negative e pregiudizi inconsapevoli. “Aiutare le persone a comprendere l’evoluzione della lingua e il suo impatto sociale può facilitare il cambiamento”, aggiunge Manzi. L’indagine conclude che le principali barriere verso il linguaggio inclusivo derivano da credenze errate, ma anche dall’assenza di empatia e dalla presenza di emozioni negative, come l’ansia. Per questo, si legge nella nota della Cattolica, “non basta fornire indicazioni su quali espressioni è opportuno o non opportuno usare, ma è necessario affrontare il tema con un approccio ampio, capace di sfatare false credenze, promuovere emozioni positive e ridurre l’ansia da prestazione”.
Fonte: Agensir