Avvenire di Calabria

Definito dal Collegio dei cardinali il calendario che porterà all'elezione del successore di Bergoglio

Nuovo Papa, c’è la data ufficiale: il Conclave inizierà il 7 maggio

Missa pro eligendo Pontifice al mattino e ingresso in Cappella Sistina al pomeriggio, al via la fase decisiva per il futuro della Chiesa

di Redazione Web

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Il Collegio dei cardinali ha fissato l’inizio del Conclave per il prossimo 7 maggio. Dopo la Missa pro eligendo Pontifice, i cardinali elettori entreranno nella Cappella Sistina per dare avvio all’elezione del 267° successore di Pietro.

Il Conclave inizierà il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il 267° successore di Pietro inizierà il 7 maggio prossimo. Lo ha deciso il Collegio dei cardinali, durante la quinta Congregazione generale. A dare l’annuncio ufficiale è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, durante il briefing odierno con i giornalisti in Sala Stampa vaticana.



La quinta Congregazione dei cardinali, durante la quale è stata stabilita la data d’inizio del Conclave nel pomeriggio del 7 maggio, è iniziata alle 9 e si è conclusa alle 12.25. Hanno partecipato oltre 180 cardinali, di cui circa un centinaio elettori, e sono stati sorteggiati i tre cardinali che nei prossimi tre giorni aiuteranno il cardinale Camerlengo Kevin Joseph Farrell nell’espletamento dei suoi compiti: Reinhard Marx, Luis Antonio Tagle e Dominique Mamberti.


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La prossima Congregazione generale – la sesta – inizierà domattina alle 9. I temi principali della Congregazione odierna, ha riferito il portavoce vaticano, «sono stati la Chiesa, il rapporto con il mondo, le sfide che si presentano, tra cui quella degli abusi, ma non sono stati tracciati identikit per il nuovo Papa». Nella Congregazione di domani ci sarà la predicazione dell’abate di San Paolo, dom Donato Ogliari.

La Missa pro eligendo Pontifice e l’ingresso in Cappella Sistina

La mattina del 7 maggio si svolgerà la Missa pro eligendo Pontifice, presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Nel pomeriggio dello stesso giorno i cardinali elettori entreranno nella Cappella Sistina, dove presteranno giuramento, come previsto dall’Universi Dominici Gregis, e ascolteranno la meditazione del cardinale Raniero Cantalamessa.

Poi si potrebbe già svolgere la prima votazione. Da oggi, intanto, la Cappella Sistina è chiusa al pubblico per consentire i lavori di allestimento del Conclave.

Come viene eletto il nuovo Papa

Alla scomparsa del Pontefice, il Collegio Cardinalizio, durante le Congregazioni generali, decide la data del Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice, da tenersi tra i quindici e i venti giorni in Vaticano, nella Cappella Sistina. Il termine Conclave deriva dal latino “cum clavis”, cioè un luogo chiuso a chiave, dove si riuniscono i cardinali per eleggere il nuovo papa, in segretezza e senza alcuna possibilità di contattare l’esterno.

Con la Costituzione entrata in vigore nel 1996, la “Universi Dominici Gregis”, Giovanni Paolo II ha abolito due dei tre metodi tradizionali di voto. Non è più possibile la nomina per acclamazione unanime da parte del collegio dei cardinali e l’elezione per compromesso, ovvero il sacro Collegio non può più delegare la decisione a un gruppo di grandi Elettori (composto da 9 a 15 cardinali).

Oggi per eleggere il Papa è necessaria la maggioranza qualificata (due terzi) dei voti espressi da tutti i cardinali. Con la Lettera apostolica “De aliquibus mutationibus in normis de electione Romani Pontificis”, dell’11 giugno 2007, Benedetto XVI ha infatti ristabilito la norma, sancita dalla tradizione, secondo la quale per la valida elezione del Romano Pontefice “è sempre richiesta la maggioranza dei due terzi di voti dei Cardinali elettori presenti”, per tutti gli scrutini e indipendentemente dalla durata del Conclave. Attualmente sono 135 i cardinali candidabili al soglio pontificio, dopo dieci Concistori convocati da Papa Francesco in dodici anni di pontificato. Servono quindi 90 voti tra i porporati per essere eletti a successore di Pietro. Il Collegio cardinalizio, nella sua interezza, grazie a Papa Francesco conta ora infatti 262 cardinali, di cui 135 elettori e 117 non elettori.

Al momento del primo scrutinio, i cardinali scrivono il nome del loro candidato su una scheda, la piegano e la depositano in un calice. Le schede vengono poi scrutinate e i risultati vengono annunciati. Se nessuno ottiene la maggioranza richiesta (due terzi dei voti), le schede vengono bruciate, producendo una fumata nera che segnala al mondo che l’elezione non è ancora avvenuta, e si passa dunque ad una nuova votazione. Quando viene eletto il nuovo Papa, le schede vengono bruciate con paglia secca, la cui combustione dà luogo alla classica fumata bianca.



Dopo l’elezione, al cardinale Protodiacono, attualmente Dominique Mamberti, il compito di annunciare al mondo, dalla loggia di San Pietro, la frase celeberrima frase “Habemus Papam”, seguita dal nome del nuovo Pontefice. All’annuncio segue il primo incontro tra il nuovo vescovo di Roma e il suo popolo che dall’elezione di Giovanni Paolo II ha ormai un cerimoniale tutto suo legato al momento. Ciò che non cambia è che il nuovo Papa si affaccia dalla loggia e impartisce la sua prima benedizione “Urbi et Orbi”.

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