Avvenire di Calabria

Da questa mattina, gli studenti reggini sono ritornati sui banchi delle aule riorganizzate per prevenire il contagio da Covid-19

Oggi il ritorno a scuola, tra paure e sogni

Redazione Web

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di Laura Francesca Gullì - Sono passati circa sette mesi da quando quel 4 Marzo 2020, che ormai potrebbe apparire come un lontano e soffuso ricordo, ha cambiato la vita di tutti noi studenti, di ogni grado e indirizzo, ma anche di tutti coloro che partecipano attivamente della realtà scolastica: docenti, personale ATA, genitori. Scuole chiuse in tutto il Paese, stabiliva il Decreto emanato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Quell'edificio pronto ad accoglierci ogni mattina, ancora assonnati, in preda all'ansia dovuta ad un'interrogazione, ma anche ardenti dal desiderio di imparare e condividere, ha cessato di essere casa calorosa e si è trasformata in un freddo e rischioso mezzo di trasmissione del contagio. E si è riscoperto vuoto, silenzioso, quasi spettrale, da un giorno all'altro, lasciando tutta la comunità scolastica in balìa di una sensazione di smarrimento e confusione. Oggi, al tramonto di un'estate vissuta con serenità ma regolata dalle restrizioni anti-Covid, gli studenti si apprestano a varcare nuovamente il portone della scuola ed a riprendere quella routine che li ha accompagnati sin dall'infanzia, stroncata bruscamente nel pieno dello scorso anno scolastico. Questo inizio, da sempre vissuto con normalità e spensieratezza, porta con sé invece dubbi, timori e regole da rispettare e cui non ci si può sottrarre. Si tratta di un’apertura vivacemente discussa a livello nazionale, che solleva un ampio ventaglio di domande e riflessioni: saranno gli istituti in grado di attuare delle giuste linee guida volte al contenimento del virus? Secondo quali modalità si svolgeranno le lezioni? Come si ripercuoterà questa situazione mai sperimentata sull'apprendimento didattico e come l'inclusione permetterà ai ragazzi più fragili ed economicamente svantaggiati di accedere alle attività in presenza o a distanza? Sono questioni cui ancora non possiamo fornire una risposta certa, ma alle quali è necessario accostarci con prudenza, volontà e consapevolezza, in quanto ognuno di noi, che siamo parte integrante della società, ha il diritto/dovere di contribuire alla sicurezza dell'ambiente e del contesto in cui vive. Un aspetto altrettanto importante di questa riflessione è rappresentato dal risvolto psicologico ed emotivo che la nuova realtà ha prodotto e produrrà su noi studenti, ognuno con le proprie peculiarità, fragilità e modi di affrontare la realtà, e sulla società educante in generale. Essendo una ragazza del liceo e avendo, di conseguenza, affrontato in prima persona questa “tempesta" che si è scatenata senza preavviso, sento di poter affermare che ricominciare da capo sarà senza dubbio un’ardua sfida, che comporterà difficoltà, paure ed insicurezze. La scuola che frequento ha adottato come regolamento la suddivisione delle classi a metà, in modo tale che, per rispettare il distanziamento previsto, una parte possa seguire le lezioni in presenza ed un'altra mediante la didattica a distanza. È questa la prova forse più difficile, anche per me, in procinto di affrontare l'ultimo anno di liceo, in quanto tocca le nostre corde più intime, la nostra interiorità: sono vietati gli abbracci, le chiacchierate confidenziali con il proprio compagno di banco, le attività di svago come lo sport o la musica, la possibilità di stare tutti insieme per confrontarsi e condividere momenti irrepetibili che non torneranno più. Ma non bisogna abbattersi. Il ritorno a scuola, “palestra di vita", in un tempo così fragile è un dono immenso, e forse questa imprevedibile situazione ci ha insegnato ad apprezzarne ogni dettaglio, ogni istante. Perciò quest'anno nel proprio zaino, oltre ai libri, dovremo far posto all'attenzione verso sé stessi e verso l'altro, alla fiducia, alla gratitudine, alla determinazione ed, infine, alla speranza, perché ogni nuovo giorno è un nuovo inizio.

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