Avvenire di Calabria

Dopo il collegamento da remoto del nuovo vescovo eletto Alberti, le riflessioni dell'arcivescovo di Modena

Oppido-Palmi, Assemblea diocesana: ospite monsignor Castellucci

Il presule emiliano: «Il Sinodo? Lo fa Gesù»

di Redazione Web

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La prima giornata dell’Assemblea diocesana 2023 ha visto l’annuncio del vescovo eletto della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi. Un annuncio atteso e accolto con gioia a mezzogiorno attraverso il sito diocesano e che nel pomeriggio, proprio nel cuore della prima giornata dell’assemblea, dopo che Mons. Milito, ora amministratore apostolico della diocesi, ha spiegato l’iter dell’annuncio della nomina, a sorpresa per tutti i partecipanti all’assemblea ha visto il primo collegamento con la diocesi di Padova, dove Mons. Giuseppe Alberti ha potuto parlare alla sua nuova diocesi radunata nell’Auditorium diocesano di Rizziconi.


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Oppido-Palmi: il messaggio del nuovo vescovo ALberti

Un breve collegamento che ha emozionato, che ha accolto sul maxi schermo il vescovo eletto con un applauso scrosciante e lungo, proprio nel giorno di San Matteo Apostolo, che come ha ricordato Mons. Milito “è una giornata che ci ricorda che i vescovi sono successori degli apostoli”. La richiesta della preghiera reciproca, assicurata, fra diocesi e nuovo pastore è stata centrale nelle prime parole di un sacerdote veneto che accettando la nomina a vescovo per la nostra diocesi ha gettato le reti sulla Parola del Signore.

Oppido-Palmi, assemblea diocesana: le riflessioni di monsignor Erio Castellucci

Ospite della prima giornata Monsignor Erio Castellucci, arcivescovo Abate di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e presidente del comitato Sinodale delle Chiese in Italia, che dopo aver ringraziato il nostro vescovo Francesco per la sua amabilità, il ministero e la sua passione pastorale, ha detto di aver avuto il primo contatto con Mons. Francesco Milito poco dopo l’uscita del Libro del Sinodo e leggendo diverse parti ha subito notato come sia un anticipo del Cammino Sinodale Italiano e per alcuni tratti anche di quello Universale, perchè ha “ritrovato degli accenti, dei contenuti e degli stili che stanno emergendo in tutte le Chiese del mondo”.

Monsignor Castellucci: «Il Sinodo lo fa Gesù»

Quindi è partito da una premessa essenziale. “Il Sinodo lo fa Gesù. Il Sinodo è l’accoglienza del suo passo che si mette accanto a noi. Lui fa Sinodo con i due discepoli, che siamo noi”. Quindi si è soffermato su tre grandi dimensioni fortemente intrecciate tra loro della Chiesa. “La Parola, la fraternità, la celebrazione che sono le tre dimensioni che fanno il Sinodo” e ha ricordato una metafora che usa Papa Francesco, quella di “Snellire”. Snellirci e mettere nel nostro zaino l’essenziale, le tre dimensioni, invece di predicare il Vangelo con inutile carovane pesanti. E dando diverse immagini ha detto: “Gesù amava le strade non le fortezze. Non disse: Vi mando come esercito della salvezza, ma vi mando come luce, sale, per essere lievito”. E ancora “Non chiede di contare e di contarci ma innestare nelle vene dell’umanità la speranza che viene dal Risorto”.

Monsignor Castellucci: «Lo Spirito soffia in una Chiesa in uscita»

Ha fatto poi riflettere su una domanda che Gesù non fa mai. “Nei Vangeli Gesù fa 217 domande nei Vangeli ma non chiede mai quanti siamo. Essere tanti è bello non per l’imponenza di contare e di contarci, ma per condividere insieme la gioia del Vangelo, tutti gli altri motivi sono secondari. Dobbiamo però chiederci qual è il nostro stile”. Questa stessa domanda è quella che deve porsi il Sinodo. “Il Sinodo generale sta cercando di ripensare lo stile della Chiesa. Dai meccanismi più elevati, ad esempio l’elezione dei Vescovi, gli organismi, i ministeri, il ruolo della donna” per continuare con entusiasmo a testimoniare in un “passaggio d’epoca”, ricordando che “lo Spirito Santo continua a soffiare”. E il Sinodo lo ha fatto partendo dall’ascolto, con una consultazione universale e un coinvolgimento “che fa respirare la dimensione della Chiesa”. Una Chiesa in uscita, lì dove la gente vive, soffre, spera, lotta, lavora, muore.

Monsignor Castellucci: «La Chiesa non ha la logica del profitto»

Perchè la Chiesa “non è un’azienda che ha la logica del profitto, è una famiglia che ha la logica del cuore. La Chiesa è una famiglia che si organizza ed il cuore è la relazione”. E per ricordare per nell’ottica di questa famiglia dobbiamo come Chiesa sperimentare nuovamente la prossimità e le relazioni, la capacità di incoraggiamento ha concluso ribadendo l’importante della gioia del Risorto che non può mancare nel cuore di ogni cristiano.


PER APPROFONDIRE: Oppido-Palmi, Alberti: «al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale»


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