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Domani Papa Francesco, a margine della consueta udienza del mercoledì, benedirà le corone che saranno poi collocate sull'Effigie della Madonna della Consolazione, patrona di Reggio Calabria. Saranno presenti l'arcivescovo Morrone, una delegazione dei Frati Cappuccini del Santuario dell'Eremo, una delegazione dei portatori della Vara e il parroco della Cattedrale.
L'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone assieme alla delegazione dei Frati Cappuccini, guidata dal Padre Provinciale padre Pietro Ammendola, alla delegazione dei portatori della Vara e al parroco della Cattedrale, consegnerà le corone della Madonna della Consolazione al Santo Padre per farle benedire.
Tutto questo avverrà domani, 18 maggio, a margine dell'udienza di Papa Francesco in Piazza San Pietro in Città del Vaticano. Il motivo di questa benedizione è legata al terzo centenario della prima incoronazione del quadro della Madonna della Consolazione, episodio che riportiamo nel corso di questo articolo.
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«Quel viso dolcissimo e teneramente materno della Vergine seduce ed incanta da sempre chiunque lo incontra, provocando emozioni indimenticabili» scrive non a caso lo storico e frate cappuccino, padre Giuseppe Sinopoli. Ma quale storia si cela dietro l’Effige ancora oggi venerata? Nel 1547 il nobile Camillo Diano commissiona al pittore Niccolò Andrea Capriolo la riproduzione dell’immagine della Madonna su tavole telate di dimensioni più grandi, così come le conosciamo oggi.
È il 1576 quando «il morbo della peste contagia la città di Reggio». Nel 1577 «l’annuncio della cessazione della peste è dato dalla Madonna della Consolazione a fra Antonino Tripodi. Religioso di santa vita, fu invitato a recarsi dall’autorità cittadina per un pellegrinaggio di ringraziamento alla chiesa dell’Eremo. Nella circostanza si offre un grosso cero alla Madonna. Nel 1592 «le Autorità cittadine, con atto pubblico, deliberano che la festa del 21 novembre in onore della Madonna della Consolazione sia festa cittadina».
Nel 1783 quando un tremendo terremoto provoca ingenti danni in Calabria, distruggendo città e centri rurali. Le testimonianze storiche tramandano che il venerabile padre Gesualdo e il padre Votano si recavano nei paesi e nei villaggi per invitare alla conversione penitenziale i popoli. Ciò per ottenere dal Signore la liberazione di tale drammatico evento. I morti nella città di Reggio ammontano a soli diciannove.
Più di un secolo dopo, arriva il flagello del 1908. «Si erige una baracca, accanto alla chiesa distrutta». Nel 1911 il venerato Quadro, dalla Chiesa cattedrale baraccata, torna all’Eremo ricostruito. È il 1930 quando l’Effige della Madonna della Consolazione viene accompagnata in processione in Cattedrale. Diventa Patrona e Protettrice.
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Come si legge nel libro di padre Giuseppe Sinopoli, "La Madonna della Consolazione. I Frati Cappuccini ed il Popolo Reggino", le prime notizie delle corone risalgono al 1719.
Un anno che «i reggini e i cappuccini lo ricordano per un lietissimo evento». «Si usava ogni anno - si legge nel libro - sorteggiare il nome di una popolare immagine mariana che si venerava nel mondo. Quell'anno il concittadino reggino don Antonio Spizzicagigli, canonico del Capitolo della Cattedrale e fondatore in Reggio di una "biblioteca dei poveri" ha pensato di aggiungere il biglietto, all'elenco dei partecipanti, con su scritto il nome del nostro venerato Quadro».
Scrive padre Sinopoli: «Provvidenza ha voluto che venisse estratto proprio il biglietto di monsignor Spizzicagigli, delegato dallo stesso Capitolo Vaticano, che intanto aveva fatto realizzare due splendide corone d'oro da porre sulle teste della Vergine e del Bambino Gesù, a procedere al solenne rito dell'incoronazione, dato che il Pastore dell'arcidiocesi monsignor Giovan Andrea Monreale si trovava fuori sede».
Nel sottolineare la prima incoronazione, il Cappuccino evidenzia come «il mirabile evento ha avuto luogo il 15 settembre 1722, rogando, per loccasione, un atto pubblico per mano del notaio regio ed apostolico Gregorio Antonio Pugliatti».
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