Avvenire di Calabria

Papa in Belgio: a Lovanio, no a “stanchezza dello spirito” e “razionalismo senz’anima”

di Redazione Web

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Un duplice no: alla “stanchezza dello spirito” e ad un “razionalismo senz’anima”. A pronunciarli è stato il Papa, incontrando i docenti universitari all’Università cattolica di Lovanio. La stanchezza dello spirito, ha spiegato, “ci consegna all’incertezza permanente e all’assenza di passione, come se fosse inutile cercare un senso in una realtà che rimane incomprensibile”. A questo proposito, Francesco ha citato alcuni personaggi delle opere di Franz Kafka, “che ha descritto la condizione tragica e angosciante dell’uomo del Novecento”, per osservare che “cercare la verità è faticoso, perché ci costringe a uscire da noi stessi, a rischiare, a farci delle domande. E quindi ci affascina di più, nella stanchezza dello spirito, una vita superficiale che non si pone troppi interrogativi; così come allo stesso modo ci attira di più una fede facile, leggera, confortevole, che non mette mai nulla in discussione”. L’altro rischio è quello di un “razionalismo senz’anima, in cui oggi rischiamo di cadere nuovamente, condizionati dalla cultura tecnocratica”. “Quando si riduce l’uomo alla sola materia, quando la realtà viene costretta dentro i limiti di ciò che è visibile; quando la ragione è soltanto quella matematica e da laboratorio – la tesi del Papa – allora viene meno lo stupore”. “E quando manca lo stupore non si può pensare: lo stupore è l’inizio della filosofia, è l’inizio del pensiero”, ha aggiunto a braccio: “Viene meno – ha proseguito – quella meraviglia interiore che ci spinge a cercare oltre, a guardare il cielo, a scovare quella verità nascosta che affronta le domande fondamentali: perché vivo? che senso ha la mia vita? qual è lo scopo ultimo e l’ultima mèta di questo viaggio?”. Di qui la citazione di Romano Guardini: “Perché l’uomo, nonostante tutto il progresso, è tanto sconosciuto a sé stesso e lo diviene sempre più? Perché ha perduto la chiave per comprendere l’essenza dell’uomo. La legge della nostra verità dice che l’uomo si riconosce soltanto partendo dall’alto, al di sopra di lui, da Dio, perché egli trae l’esistenza solo da lui”.

Fonte: Agensir

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