Avvenire di Calabria

Il messaggio di don Dante Carraro, direttore di medici con l’Africa Cuamm, tornato da poco dal Continente, dalla Sierra Leone

Pasqua: «Sia di Resurrezione vera, specie per i poveri del mondo»

Gigliola Alfaro

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«Anche quest’anno sarà una Pasqua diversa. Chi la vivrà chiuso in casa in quarantena; qualcuno in ospedale a lottare contro questa terribile malattia; i più saranno isolati e con le poche persone care e conviventi». Lo scrive don Dante Carraro, direttore di medici con l’Africa Cuamm, tornato da poco dall’Africa, dalla Sierra Leone, «dove il Covid-19 ha reso tutto più difficile amplificando le ingiustizie (i più poveri sono sempre più esclusi dai servizi sanitari di base) e il taglio drastico degli aiuti internazionali ha messo in ginocchio, umiliando sempre più, famiglie, comunità e istituzioni. Rientrando in Italia il cuore era appesantito da quanto visto e sofferto, dai volti e dagli sguardi incisi dentro, nell’animo. La povertà e la desolazione erano palpabili, silenziose e amare. Quanto lunga ancora sarà la Via Crucis dei tanti poveri del mondo?».
Don Carraro poi punta l’attenzione sul Mozambico: «Al mio rientro, ho appreso della terribile notizia dell’aggravarsi della situazione nella seconda provincia più povera del Paese, a Cabo Delgado, nel Nord. Ancora un attentato, di probabile matrice jihadista. E ancora vittime, corpi feriti, edifici distrutti e tanti, tantissimi che scappano. Qualcuno su barche e pescherecci, la maggior parte a piedi, abbandonando tutto: capanna, orto, attrezzi, il necessario della vita quotidiana. Gente normale, famiglie, mamme incinte, bambini piccoli, ammalati e sani, giovani e anziani, tutti costretti a fuggire verso Sud, attorno a Pemba, la capitale della provincia». Inoltre, ricorda, «sono circa 600.000 gli sfollati che hanno trovato rifugio nei campi dove anche il Cuamm opera per dare risposte sanitarie essenziali, seppur minime».
Don Carraro conclude con un augurio: «Che la Pasqua sia di Resurrezione vera per le tante vite in croce che incontriamo ogni giorno, specie nel continente tanto caro dell’Africa».

Agensir

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