Monsignor Giuliodori: «La Chiesa? Sinodale, missionaria e digitale»
Dal valore della sinodalità alle nuove sfide comunicative. Sono alcuni temi che abbiamo approfondito insieme all’Assistente generale di Azione Cattolica.
Oltre un milione di pellegrini raggiunge ogni anno il Santuario Nostra Signora dello Scoglio e pregare la Madonna. A volte, anche 70-80 mila nei giorni dei grandi appuntamenti liturgici, ovvero l’11 febbraio festa della Madonna di Lourdes e Giornata del malato e l’11 maggio, anniversario della prima apparizione. Pellegrini provenienti da tutto il mondo e di ogni estrazione sociale.
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Un vero e proprio universo eterogeneo accomunato dalla fede si ritrova nella piccola frazione di Santa Domenica di Placanica, dove per volere della Madonna, fratel Cosimo Fragomeni ha edificato uno dei luoghi di preghiera e spiritualità più conosciuti al mondo.
Il piazzale antistante l’edificio sacro, un tempo un misero terrapieno, ha visto nascere i primi gruppi di preghiera oggi sempre più numerosi, sparsi in ogni angolo del pianeta. Ce ne sono anche negli Stati Uniti, in Australia, nelle Antille Francesi, in Svizzera, in Russia, in Uzbekistan e oltre una decina in Polonia.
Cosa spinge tanta gente a salire allo Scoglio e pregare la Madonna? È lo stesso fratel Cosimo a trasmetterlo, attraverso la testimonianza di una fede slegata dai modi della filosofia, genuina, vera. Una fede che, come ha avuto modo di scrivere in un suo articolo su Avvenire, Roberto Zanini, riportando le parole di fratel Cosimo, «passa per i sentimenti, per la relazione d’amore, che sono cose che appartengono a tutti e non solo a chi è istruito».
È una fede che viene dal cuore. «Dio è relazione, si fa toccare, si fa sentire. Il Dio che non si tocca non è il Dio di Gesù. Troppe volte anche nelle nostre celebrazioni, negli incontri parrocchiali non consideriamo che il Dio dei Vangeli è un Dio in relazione, che mostra il suo volto, che ci accoglie e ci dà da mangiare. Con Gesù possiamo parlare e lui ci ascolta. Lui passa nella nostra vita come passava sulle strade della Palestina. Ci chiama, ci aspetta, ci sorride. Questo è il Dio che ci cambia, che ci fa uscire dall’individualismo».
La gente giunge allo Scoglio proprio per questo e chiedere grazie alla Madonna. Qui porta i suoi problemi, chiede indicazioni sulla strada della felicità. Persone che cercano, spesso per altri, cose concrete, bisogni essenziali: il lavoro, l’amore, il perdono, il figlio che non arriva, la guarigione dalle influenze malvagie, dalle cattiverie della vita.
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Ma la di là delle richieste, ogni giornata al Santuario di Nostra Signora dello Scoglio diventa particolare per chi vi si reca. Qui l’uomo si pone in comunicazione con Dio, con la Madonna, ma ritrova anche sé stesso e riesce a percepire meglio l’amore che Dio ha per l’uomo.
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Le indagini svolte con l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e l’Università di Genova sono iniziate cinque mesi fa